|
|
Fontana del Facchino
Via Lata, angolo di Palazzo Simonetti
Roma (RM)
|
Costruita nel 1581 è opera di Jacopino del Conte per incarico della Corporazione degli Acquaioli. Vi è scolpito un busto d'uomo col berretto, il volto sfigurato, con le maniche rimboccate e con un caratello fra le mani da cui versa acqua. Si crede che il busto marmoreo raffiguri il facchino Abbondio Rizio, amante del vino, secondo l'epigrafe dettata dall'abate Godard, scomparsa quando la fontana fu trasportata dal Corso in via Lata. Era scritta in latino e diceva: "Ad Abbondio Rizio, coronato (facchino) sul pubblico selciato, valentissimo nel legar fardelli. Portò quanto peso volle, visse quanto poté; però un giorno, mentre portava un barile di vino in spalla e dentro il corpo, contro sua voglia morì". La locuzione "in publicis stillicidiis coronato" (nominato facchino nelle pubbliche strade) si riferisce al fatto che, secondo un rito associativo, gli anziani usavano portare il nuovo iscritto alla Corporazione per le osterie e gli facevano battere le natiche sul selciato pubblico per significare che così prendeva possesso del suo ruolo. La fontana, cantata in versi dal Marino e da Giovanni Michele Silos, divenne famosa perché la si attribuì a Michelangelo. Il popolino, che ha un culto speciale per questa statua e vuole che riproduca in modo caricaturiale le sembianze di Martin Lutero, vi appendeva satire ed epigrammi, come al troncone di Pasquino.
|
| |
|
|
|
|
|
Fontana della Botte
Via della Cisterna · Via San Francesco a Ripa
Roma (RM)
|
La fontanella, opera di Pietro Lombardi (1927), è costituita da una botte (il famoso "caratello", utilizzato per il trasporto del vino dai Castelli a Roma), dal cui foro centrale sgorga il primo getto d'acqua, affiancata da due caratteristici "litri", le caratteristiche misure di vetro, dal collo svasato, in uso nelle osterie di un tempo. Dai bolli delle misure zampilla l'acqua raccolta in due vaschette laterali. In basso un tino di legno raccoglie l'acqua dello zampillo centrale.
|
| |
|
|
|
|
|
|