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Carnevale
Verrès (AO)

Carnevale

Una durissima lotta si è scatenata tra Caterina di Challant e il suo consorte Pierre d'Ingtrod da una parte, e alcuni signori savoiardi desiderosi di impossessarsi del feudo che la bella castellana ha ricevuto in eredità dal padre dall'altra. Ma in quel 1449 accade un fatto nuovo: l'ultimo giorno di maggio, festa della santissima Trinità, Caterina e il marito scendono dal castello e si recano Verrès. Dopo aver pranzato dal prevoso Pietro de Chissé, si recano nella sottostante piazza. Al suono del piffero e del tamburo tutti iniziano a danzare e Caterina accetta gli inviti dei giovani del paese. Il suo è un gesto di democrazia che lascerà stupiti e ammirati tutti i presenti al punto da rimanere nella memoria popolare fino ai nostri giorni. Quando la sera il corteo risale al castello, un componente della scorta di Caterina ha un gesto di scherno verso il messo dei Savoia. Ancora oggi, durante le festività carnevalesche, Caterina di Chalant scende a ballare con la balda gioventù di Verrès. Sabato la festa comincia con una sfilata in costume lungo le vie del paese nel corso della quale Caterina e Pierre invitano tutti al grande ballo popolare. Poi lassù, nel castello arroccato su una rupe, per tre giorni si susseguono serate danzanti, concerti e sceneggiate storiche. Immancabile è la rappresentazione del dramma di Giuseppe Giacosa "Una partita a scacchi", quello nel quale compaiono i famosi e, per molti, orribili versi:

-Faggio Fernando, perché mi guardi e non favelli?
-Guardo gli occhi tuoi che son tanto belli.

Infine, nel pomeriggio di martedì grasso, la sfilata si ripete al suono della banda musicale.
Dall'alto del suo carroccio Caterina lancia verso la folla manciate di fiori e caramelle.



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