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Il Cervino visto da Cervinia
Gargantua ( Honoré Daumier - 1832)
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Gargantua e la nascita del Cervino
Monte Cervino (AO)
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Gargantua era un gigante buono che era arrivato a Valtournenche dopo aver viaggiato in tutto il mondo. Convinto di aver trovato il paradiso, per la bellezza del paesaggio e la tranquillità che regnava in quella vallata, decise di rimanervi.
Il gigante era stato accolto con affetto dagli abitanti e li ricambiava aiutandoli a svolgere alcuni lavori che per loro erano faticosissimi, mentre a lui non richiedevano alcuno sforzo. Con una sola mano egli era in grado di deviare il corso di un torrente o di raccogliere in un baleno un intero raccolto di fieno. La gente, sapendo che egli amava la calma, cercava di non disturbarlo troppo, ma talvolta i bambini chiedevano di poter salire sulle sue mani, mentre altri volevano che narrasse le sue innumerevoli avventure.
Lui con gioia, raccontava di tempeste incredibili e terre lontane. Talvolta, mentre ricordava i suoi viaggi, riaffiorava in lui il desiderio di conoscere cose nuove e vedere altri luoghi. Un giorno, in preda ad una crescente curiosità decise di scoprire cosa c'era al di là delle grandi montagne che circondavano la valle. All'alba partì per arrivare in cima alle vette. Gargantua faceva attenzione a non rovinare con i suoi passi i campi dei suoi amici e ben presto arrivò ai piedi dei ghiacciai. Quando cercò di salire sul ghiacciaio, a causa del suo peso, dopo qualche passo fece cadere la roccia e tutta la montagna crollò. Solo una piramide di ghiaccio riuscì a salvarsi perché si trovava tra le gambe divaricate di Gargantua. Quella montagna che svettava solitaria in cielo regalava uno scenario mozzafiato, più bello di quello precedente. Quel giorno il gigante aveva fatto nascere il Cervino.
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Il Mosaico
Particolare del mosaico
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Il Sator Circolare di Aosta
Aosta (AO)
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Nella zona dell'altare della Collegiata di Sant'Orso, a circa 45-50 cm al di sotto del pavimento, è stato scoperto un misterioso mosaico, ora protetto da una lastra di vetro. La cornice più esterna contiene un'iscrizione composta da due versi "INTERIUS DOMINI DOMUS HEC ORNATA DECENTER · QUERIT EOS QUI SEMPER EI PSALLANT REVERENTER". La seconda cornice presenta un'ampia fascia decorata a nodi alternati. La terza cornice contiene il quadrato magico circolare "SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS". La scena al centro è stata interpretata come Sansone che uccide un leone. Nelle losanghe troviamo un leoncino, un uomo-pesce che sorregge un serpente, un drago e infine un'aquila con due corpi congiunti in una sola testa.
Il quadrato magico, chiamato anche Sator dalla prima delle parole di cui di solito è formato, è costituito da parole palindrome, può presentarsi in forma circolare, quadrata o lineare. Per la sua sorprendente proprietà, è stato investito di significati nascosti e crittografici.
La disposizione classica del SATOR è quadrata:
S | A | T | O | R |
A | R | E | P | O |
T | E | N | E | T |
O | P | E | R | A |
R | O | T | A | S |
Nonostante ricerche approfondite da parte di storici, archeologi e esperti di esoterismo, ancora non si è giunti a decifrare il significato nascosto di questi particolari versi, presenti in vari luoghi di Europa, Nord Africa e Vicino Oriente. Viene fatto notare comunque che molte di queste zone sono state sotto l'influenza dei Cavalieri dell'Ordine Templare e si ritiene che vi sia un nesso tra loro e il Quadrato Magico, utilizzato come strumento per contrassegnare luoghi particolari o per tramandare preziose conoscenze esoteriche di cui essi erano depositari.
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