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Il Gallo Nero del Chianti
Chianti (FI e SI)
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XIII secolo. Senesi e Fiorentini erano ormai stanchi di farsi battaglia così decisero che il reciproco confine sarebbe stato tracciato nel punto in cui due cavalieri delle opposte fazioni, partiti al canto del gallo, si sarebbero incontrati. I Fiorentini fecero digiunare il loro galletto e quindi nel giorno della “sfida” si mise a cantare ben prima per fame. Fu così che il cavaliere fiorentino partì molto in vantaggio sul rivale, conquistando gran parte del Chianti. In onore del pennuto affamato, ma portafortuna, fu scelto il Gallo Nero come simbolo del territorio chiantigiano.
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La Spada nella Roccia di San Galgano
San Galgano - Chiusdino (SI)
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Nel XII secolo, presso Chiusdino, in un austero castello viveva un giovanotto di nome Galgano, della nobile famiglia dei Guidotti, i cui passatempi erano tirar di spada, cavalcare e corteggiare belle donzelle. Si racconta che un giorno gli apparisse l'Arcangelo Michele e da allora rinunziò al mondo, e sul Monte Siepi scagliò contro una roccia la propria spada, che vi si conficcò miracolosamente. Attorno alla spada nella roccia fu eretta la chiesetta rotondaIn seguito nella sottostante valle della Merse fu costruita una grande abbazia circestense detta, in suo onore, di San Galgano, che divenne un rinomato centro di studi e di economia di tutto il territorio circostante. Nel XVI secolo, per varie ragioni, l’abbazia venne abbandonata tanto che oggi ne rimane solo uno scheletro di pietre con il cielo per tetto.
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Il Dito di San Gimignano
San Gimignano (SI)
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Un chierichetto di Colle Val d'Elsa che era presente a Modena alle solenni esequie del Vescovo Gimignano, le cui spoglie furono riposte nella Cattedrale della città, vide che il Vescovo defunto aveva al dito un meraviglioso anello, e così tentò di rubarlo, sfilandolo, ma con l'anello venne via l'intero dito. Spaventato e pentito, il ragazzo fuggì da Modena, tenendosi nascosta addosso la refurtiva, o meglio la reliquia. Tornò verso la sua città, in Toscana, e si fermò nella chiesa di una località non lontana da Colle, chiedendo con la preghiera il perdono divino per il gesto compiuto. Quando volle uscire dalla chiesa, si accorse che le porte erano misteriosamente serrate. Disperato, chiese aiuto, e confessò tutta la storia. Consegnò la reliquia ai religiosi della chiesa, e soltanto allora poté riprendere più leggero la via del ritorno a casa. Il dito del Vescovo di Modena restò così in quella località, che da allora avrebbe preso il nome di San Gimignano.
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