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Il sacro telo di lino
Il Volto dell'Uomo della Sindone e il suo Negativo Fotografico
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La Sacra Sindone
Torino (TO)
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E’ una tela di lino spigato, cioè tessuto a spina di pesce che misura 4,36 metri di lunghezza e 1,10 metri di larghezza. Reca chiare le impronte di un corpo che si dice di Cristo con i segni delle ferite e delle piaghe.
Viene esposta al pubblico in rare circostanze e la devozione e gli studi di cui è oggetto sono documentati nel Museo della Sindone (Via S.Domenico, 28). Vi sono esposte le insegne e i cimeli della confraternita; il cofanetto in cui venne trasportata la Sindone da Chambery a Torino, monete e medaglie commemorative, una sezione scientifica raccoglie i risultati delle ricerche sul lino. Dopo varie, tormentose vicende la reliquia fu ceduta nel 1453 da Margherita di Charny ad Anna di Lusignano, consorte di Ludovico I, secondo duca di Savoia. Da allora fu custodita a Chambery. Nel 1506 Papa Giulio II permette il culto liturgico e pubblico della reliquia. In seguito ad un incendio della cappella di Chambery il sacro lenzuolo rischia di essere distrutto. Viene dunque trasportato a Vercelli, poi a Nizza, poi a Milano e nel 1578 viene trasportata a Torino e da allora è rimasta sempre nella città piemontese, ora custodita nel Duomo di S.Giovanni, nella cappella della S.Sindone, appositamente sistemata dall'architetto Guarini.
* info@sindone.org
: www.sindone.org
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"Miracolo del SS. Sacramento" (particolare) Bartolomeo Caravoglia Basilica del Corpus Domini a Torino
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Miracolo del SS. Sacramento
Torino (TO)
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Il 16 giugno 1453, verso le cinque del pomeriggio, avvenne a Torino il celebre "miracolo del. SS. Sacramento". Nell'alta Val Susa, presso Exilles, le truppe di Renato d'Angiò si scontrarono con le milizie del duca Lodovico di Savoia. Qui i soldati si abbandonarono al saccheggio del paese ed alcuni penetrarono anche in chiesa.
Uno di loro, sacrilego, forzò la porticina del tabernacolo e rubò l'ostensorio con l'Ostia consacrata. Avvolse tutta la refurtiva dentro un sacco e, a dorso di un mulo, passando per Susa e Rivoli, scese a Torino. Sulla piazza maggiore, presso la chiesa di S.Silvestro ora dello Spirito Santo, sul luogo dove si eresse poi la chiesa del Corpus Domini, il giumento incespicò e cadde. Ecco allora aprirsi il sacco e l'ostensorio con l'Ostia consacrata elevarsi al di sopra delle case circostanti tra lo stupore della gente. Fra i testimoni c'era un certo don Bartolomeo Coccono, il quale corse a dar notizia al Vescovo Lodovico dei Marchesi di Romagnano. Il Vescovo, accompagnato da un corteo di clero e di popolo, si portò in piazza si prostrò in adorazione e pregò con le parole dei discepoli di Emmaus: «Resta con noi, Signore». Nel frattempo si era verificato un nuovo prodigio: l'ostensorio era caduto a terra, lasciando libera e splendente, come un secondo sole, l'ostia consacrata. Il Vescovo che teneva in mano un calice, lo alzò verso l'alto e lentamente l'Ostia consacrata cominciò a ridiscendere, posandosi dentro il calice. In processione ci si recò verso la vicina chiesa Cattedrale dove il Vescovo benedisse il popolo ringraziando Dio di questo prodigio eucaristico che poi meritò a Torino il titolo di "Città del SS. Sacramento". Quasi a metà della navata della Basilica del Corpus Domini, circondato da una cancellata in ferro, si trova il punto esatto in cui cadde il mulo che portava l'Ostia del Miracolo. Nella Settimana Santa, il recinto interno (racchiudente la famosa pietra) viene adibito a "Santo Sepolcro" ed addobbato sontuosamente.
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