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Giostra della Quintana
Ascoli Piceno (AP)
Prima domenica di agosto
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La giostra si svolge in onore di sant'Emidio da Treviri, patrono della
città, che qui giunse nel 273 e poi finì decapitato sotto l'imperatore
Diocleziano. Narra la leggenda che, a decapitazione avvenuta, il
martire prese fra le mani la sua testa e si avviò al luogo della
sepoltura, al campo Parignano, ed entrò poi in una grotta che oggi è
parte di una bella chiesetta rinascimentale. Fin dal Medio Evo il 5
agosto, data del martirio di Emidio, si svolgevano in onore del Santo,
oltre la processione religiosa, giochi e gare di vario genere fra cui
la Quintana che all'epoca si svolgeva il 5 luglio. Questa tradizione
si ripete anche oggi, la prima domenica di agosto. suo onore nel
Medioevo si svolgevano, oltre alla processione religiosa nel giorno
della ricorrenza dell'avvenimento (il 5 agosto), giochi e gare di
vario genere, fra cui una Quintana, che allora si svolgeva il 5
luglio. Il suo nome deriva dalla via Quintana, che nell'accadimento
romano separa il quinto dal sesto manipolo ed era destinata ai giochi.
La tradizione è stata ripresa negli anni Cinquanta. Il torneo
cavalleresco è preceduto da un corteo storico in costumi del
Quattrocento di straordinaria bellezza. Si tratta in tutto di circa
settecento persone in rappresentanza dei vari sestieri cittadini che
impersonano dame, cavalieri, araldi, balestrieri, musici e
popolani. Ogni sestiere ha i suoi colori e il suo emblema portato
da un gonfaloniere che si pone alla testa del proprio gruppo. Una
volta che tutti sono giunti allo stadio si esibiscono gli
sbandieratori e quindi inizia il corteo. Ogni cavaliere riceve dalla
sua dama un fazzoletto augurale portogli sulla punta di un'asta, se lo
lega al braccio, sprona il cavallo e si getta al galoppo lungo un
percorso a forma di otto. Egli deve colpire con la lancia lo scudo
tenuto da un fantoccio girevole (la Quintana, appunto, che ha le
sembianze di un guerriero saraceno) e contemporaneamente evitare di
essere percosso da una frusta o mazza che questi tiene con l'altro
braccio. Chi mette a segno il maggior numero di colpi riceve, tra il
tripudio dei suoi contradaioli, il Palio, un panno riccamente
istoriato da un artista locale. Nella serata il corteo percorre
nuovamente le antiche vie cittadine alla luce delle fiaccole e poi
seguono i festeggiamenti dei vincitori che si protraggono fino
all'alba. In questi giorni è tradizione adornarsi le vesti con un
mazzetto di basilico in ricordo di un avvenimento leggendario accaduto
nell'XI secolo, quando fu rinvenuto il sepolcro del santo e si scoprì
che su di esso era cresciuta una pianta di basilico.
La Giostra
della Quintana è una gara d'abilità e di destrezza nella quale si
cimentano per la conquista del Palio, sei cavalieri, ciascuno
rappresentante un sestiere cittadino, come nell'antica suddivisione
urbanistica.
Ricordate questi nomi dei Sestieri, che sono alla base dell'accesso
agonismo che infervora gli Ascolani: Piazzorola, Porta Maggiore, Porta
Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Sant'Emidio.
I tornei furono un prodotto del feudalesimo e della cavalleria, e si
riallacciano, per ciò che riguarda il fine di esercitarsi nell'arte
militare, ai giochi guerreschi propri di quasi tutti i popoli. Essi
furono molto numerosi durante i secoli XII e XIII, in tutte le città
grandi e piccole. Naturalmente anche più dei tornei furono numerose le
giostre dal Sec. XIII in avanti, e tanto vivo e diffuso fu l'amore per
tali feste, che se ne vollero correre dappertutto.
Nella seconda metà del Cinquecento le giostre risentono delle nuove
idee sociali e politiche.
Talché, accanto ai solenni spettacoli offerti dai principi e dai
signori, non mancano le giostre popolari, cui prendono parte non solo
i borghesi, ma anche gli artigiani e i famigli.
All'inizio del Quattrocento s'era risvegliato quasi dappertutto in
Italia lo spirito militare e guerresco, e le giostre avevano raggiunto
in quell'epoca una magnificenza cui prima non si erano nemmeno
avvicinate. E' sul finire del sec. XIV, verso il 1378, in coincidenza
con la redazione degli Statuti del Popolo, conservati ancor oggi
nell'Archivio storico della città, che abbiamo notizia della Giostra
della Quintana d'Ascoli che, secondo alcuni era per l'appunto una
giostra e non un torneo perché le giostre, anche quando consistevano
in finti combattimenti, erano incruente.
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