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Processione del Venerdì Santo
Chieti (CH)
Venerdì santo
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Si tratta della più solenne e sontuosa processione che si tenga in Abruzzo in questo periodo ed è anche quella che documenta con impressionante evidenza la formalizzazione cerimoniale del dolore tipica della scenografia barocca. La si fa risalire alla metà del XVII secolo, quando si svolse una processione-pellegrinaggio a Roma in occasione di una pestilenza. E' gestita dalla confraternita del Monte dei Morti e tutti i fratelli indossano una tunica nera, mantella grigia e un cappuccio che copre il capo in segno di penitenza. Inoltre reggono antichi lampioni argentei, croci medievali, labari. Il corteo si muove fra i suggestivi scorci del centro storico illuminato da fiaccole poggiate su treppiedi di ferro, altre torce sono tenute accese sulle finestre e sui balconi. I portatori delle statue avanzano con passo cadenzato (detto struscio) e ritmato dal lugubre battere della troccola, uno strumento di legno che sostituisce il suono delle campane. Di particolare pregio sono la statua dell'Addolorata, che indossa un abito di seta nera ricamata con fili d'oro, e la bara di Cristo morto, ricoperta di un prezioso velo trapunto di gioielli. Compongono la processione altri sette gruppi scultorei, ognuno dei quali anticamente era portato a spalle da una categoria di lavoratori; essi rappresentano i simboli della Passione: la Colonna, il Volto Santo, la Scala, la Croce, il Sasso, le Lance e l'Angelo. Nel frattempo la Schola cantorum, accompagnata da un'orchestra d'archi, esegue la marcia funebre del compositore chietino Francesco Saverio Selecchj. Per tradizione le mamme espongono al passaggio della processione i bambini che non hanno ancora compiuto un anno e che vivono la loro prima Pasqua.
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Le Farchie
Fara Filirum Petri (CH)
16 gennaio
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Il toponimo della cittadina riflette la voce di origine longobarda che significa "insediamento militare", mentre l'appendice latina Filiorum Petri (dei figli di Pietro) è certamente la più recente. Le farchie sono monumentali fasci di canne secche con una circonferenza di oltre un metro che possono superare i dieci metri d'altezza. Sono dodici, come le contrade del paese, e sono decorate con festoni e petardi. La sera della vigilia della festa di Sant'Antonio abate sono fatte sfilare davanti alla chiesa a lui dedicata, dove viene acceso il fuoco in memoria di un evento che ha radici storiche, ma è notevolmente trasfigurato dalla fantasia popolare. Si narra infatti che la notte del 16 gennaio 1799, all'arrivo dell'esercito francese, il bosco che circonda il paese abbia preso fuoco impedendo l'avanzare degli armati, il miracolo fu attribuito all'intervento di Sant'Antonio che così salvò il territorio da un eccidio come quello che fu poi perpetrato a Guardiagrele. Alla cerimonia partecipano soprattutto i giovani che lavorano per molte settimane alla realizzazione delle farchie. Mentre bruciano le fascine suonano gli organetti e un cantastorie narra alla popolazione la vita del santo assediato dalle continue tentazioni operate contro di lui da Satana. Al termine le case si aprono per ospitare i visitatori, cui sono offerti dolci e buoni vini.
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Festa dei Talami
Orsogna (CH)
Martedì dopo Pasqua
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I talami sono palchi su cui vengono allestite scene viventi interpretate dai bambini e ragazzi in costume, i quali tuttavia rimangono immobili come statue di alabastro. Si tratta in genere di quadri biblici con temi che variano d'anno in anno e ogni talamo reca alla sommità una bimba che impersona la Madonna. La loro funzione originaria era propiziatoria per la fecondità dei campi. Un tempo erano portati a braccia in giro per il paese, ma oggi sono trainati da trattori. Sono in tutto sei e partono da un diverso quartiere della cittadina, dove sono realizzati in onore della Madonna nera (detta anche "del rifugio"), cui la devozione popolare attribuisce numerosi eventi miracolosi. La sua statua, si dice, era infatti in grado di mutare il colore del volto e di roteare gli occhi. Da qualche anno la festa si ripete anche il giorno di Ferragosto in un'edizione notturna particolarmente emozionante.
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Festa dei Bandaresi
Bucchianico (CH)
Dalla domenica precedente il 24 maggio al 27 maggio
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La festa rievoca un avvenimento del 1380 quando, durante il conflitto tra Svevi e Angioini, Chieti dichiarò guerra a Bucchianico. La battaglia si risolse grazie a uno stratagemma, infatti un bucchianese, ispirato in sogno da sant'Ubaldo (le cui reliquie erano conservate nella chiesa del paese), radunò tutti gli uomini atti a combattere e li fece sfilare fieramente per nove volte lungo il fianco della collina, visibile a Chieti. I teatini credettero le forze dell'esercito nemico molto più numerose della realtà e si ritirarono. Da allora si rievoca questo avvenimento con una grande grande festa dal rituale molto complesso. La domenica precedente il 24 maggio le donne sfilano recando in testa enormi canestri addobbati di fiori e nastri, dentro i quali sono riposti cibi di ogni tipo, e sono poi accolte dalla castellana. Ciò ricorda la vigilia della battaglia, quando le donne raggiunsero il paese assediato portando i rifornimenti. I giostratori muovono le due insegne, una rossa e una azzurra (i colori della città), evitando attentamente di farle cadere perché ciò sarebbe di cattivo augurio. Alla testa del corteo si pone il bandarese (il contadino accorso a combattere) che sul vestito indossa a bandoliera una striscia di panno e porta un cappello ornato da un lungo piumaggio. Questi è anche colui che organizza la manifestazione. Ogni contrada conduce un carro riccamente adornato che svolge uno dei seguenti temi: il pane, il vino, la legna, il letto. Il giorno seguente si svolge la fase centrale della manifestazione, la ciammaichella, un tipo singolare di passo e movimento a spirale al suono di tamburi che ricorda quello dell'assedio. Sfilano i bandaresi che, con passo marcato sfilano intorno alla piazza per nove volte. Il giorno seguente si festeggia la vittoria, il sargentiere (cioè il capo degli armati, colui che ebbe la visione in sogno che salvò la città) riceve la spada dalle mani del sindaco che lo proclama così comandante militare. Avvenuta la consegna, un corteo composto di carri percorre il paese e poi la festa si chiude con balli e sventolio di bandiere.
: www.festadeibanderesi.it
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