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Torneo delle chiavi
Lucera (FG)

14 agosto

Un corteo si muove dal Duomo verso il castello dove i cinque rioni cittadini si contendono un palio


Festa patronale di San Giorgio
Chieuti (FG)

22-23-24 aprile

Su un percorso di oltre quattro chilometri, che dalla periferia si spinge fino al mare e si conclude poi nel centro del paese, quattro coppie di buoi compiono una furiosa corsa trascinando ognuna un pesante carro addobbato a festa. Nella corsa, che raggiunge i momenti più spettacolari durante i difficili sorpassi, i buoi sono pungolati alle spalle da alcuni cavalieri e sono trascinati da tre cavalli legati a ventaglio davanti a ciascun carro. Ogni anno rappresenta un quartiere (qui detto "partito") e si fregia con i suoi simboli e i suoi colori. Il paese, di origine albanese, è molto devoto al santo cavaliere Giorgio, che ne simboleggia l'identità etnica.


Festa dell'Incoronata
Foggia (FG)

Ultima domenica di aprile

Un tempo le "compagnie" di pellegrini giungevano al santuario della Madonna Incoronata a piedi scalzi o a bordo di carri infiocchettati, oggi vi arrivano in auto o su autobus, ma alcuni rituali sono rimasti intatti. Fra questi l'uso di compiere, prima di entrare nel tempio, tre giri intorno all'edificio, oppure di salire in ginocchio la scala santa e di farsi ungere la fronte con l'olio benedetto, oppure ancora di uscire, dopo aver recitato le proprie preghiere, retrocedendo a piccoli passi senza mai volgere le spalle all'altare. Questo culto ha avuto origine, si dice, in seguito a una prodigiosa apparizione avvenuta nell'anno 1001.
Il conte di Ariano Irpino, mentre stava cacciando nel bosco situato presso il fiume Cervaro, vide la Vergine indicargli una statuetta collocata tra i rami di una frondosa quercia.
L'apparizione pregò il cavaliere di far costruire in quel luogo una cappella senza usare ori né ornamenti preziosi, giacché sarebbero bastate le sue sole grazie a farla splendere. Poco dopo passò un povero contadino di nome Strazzacappa che vide i suoi buoi piegare le ginocchia di fronte alla quercia, si fermò e si prostrò a fianco del conte per pregare. Il ricco signore allora fece costruire la chiesa (poi divenuta un santuario) e il contadino offrì alla Vergine la sua caldarella, ovvero una caldaietta ripiena d'olio. Ancora oggi i pellegrini prendono un po’ di olio da questo recipiente per poi ungere gli ammalati. In ricordo di questo evento ogni anno si svolge una festa che rinuncia ai fuochi artificiali, alla musica e alla processione. Il mercoledì precedente la statua della Madonna viene vestita con l'abito festivo.
Venerdì ha luogo la "cavalcata degli angeli", cioè la rievocazione dell'apparizione. Un corteo di cavalli bardati a festa porta in groppa, o seduti su carretti, bambini vestiti da angeli, da fraticelli, da santi e compie i rituali tre giri intorno al santuario.
Sabato poi vi è un grande afflusso di pellegrini e alle quattro del mattino si celebra una suggestiva cerimonia dell'apparizione, che sarebbe avvenuta proprio a quest'ora. Testimonianze di grazie ricevute sono le numerose tavolette votive appese alle pareti del santuario.



Festa di San Michele
Monte Sant'Angelo (FG)

8 Maggio

Nel medioevo questo era uno dei luoghi più venerati dalla cristianità, vi vennero a pregare ben ventiquattro santi (fra cui Francesco d'Assisi, Caterina da Siena, Tommaso d'Aquino) papi e imperatori. Da qua partivano le crociate e nella grotta dell'arcangelo i cavalieri sostavano in preghiera prima di imbarcarsi per la Palestina. Si narra che nell'anno 490 un contadino, mentre stava inseguendo un toro per cacciarlo, sia finito in questa grotta. Egli lanciò verso l'animale una freccia, che però tornò indietro e lo colpì nell'occhio. A seguito di questo evento misterioso, il vescovo di Siponto ordinò che si facessero tre giorni di digiuno. Finita l'astinenza, il presule si recò nella grotta e vi trovò l'arcangelo Michele che disse di aver scelto quel posto come suo santuario e poi, partendo, posò tre volte il piede facendo tremare tutta la Puglia. Quasi due secoli più tardi, nel 663, i longobardi sconfissero i saraceni e questa vittoria fu attribuita all'intervento dell'arcangelo. Oggi vi giungono compagnie di pellegrini che varcano con devozione la soglia dove sta scritto in latino: "Questa è una casa speciale nella quale viene purificata qualsiasi turpe azione". Molti di loro portano bastoni a forma di croce con in cima ciuffi di foglie di pino e statuette del santo in alabastro dette Sammacalere. In ricordo del gesto dell'arcangelo, molti pellegrini incidono con un temperino l'orma del proprio piede sugli scalini. Altri battono gli anelli infissi nella porta allo scopo di richiamare San Michele. Nei pressi di Monte Sant'Angelo, a San Giovanni Rotondo, soggiornò a lungo padre Pio e la vicinanza dei due luoghi sacri è un'attrattiva in più per i fedeli.


Processione delle Fracchie
San Marco in Lamis (FG)

Venerdì Santo

Questa processione dalle antichissime radici si riallaccia a riti pagani in onore della dea Cerere. Le vie strette e illuminate a festa del paese accolgono il passaggio della statua dell'Addolorata e risplendono dei bagliori infuocati irradiati dalle fracchie.
Frutto di un lavoro che dura parecchi mesi, le fracchie sono enormi coni costruiti con pezzi di legno di cedro e castagno incastrati l'uno nell'altro in modo da costituire una struttura solida. Vengono accese e portate a braccia o trasportate su carri, dove bruciano in un mare di scintille con fiamme così alte che lambiscono i muri delle case. Del rito fanno parte anche i lampioncini, che sono rappresentazioni sacre in miniatura costruite con carta velina, fil di ferro e lampade. Al termine della processione la fracchia più bella sarà premiata.



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