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La Carrese
Ururi (CB)
3 Maggio
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Il pomeriggio del 2 maggio vengono benedetti i carri e i buoi. La mattina del 3 maggio si svolge una corsa di carretti trainati da vitelli e che vede come protagonisti i ragazzi; successivamente si ripete la benedizione dei carri grandi che sono contrassegnati dai rispettivi colori e sono accompagnati dai cavalieri. La corsa prende inizio a circa 4 Km dal paese, avendo come traguardo la chiesa di S.Maria delle Grazie. All’entrata del paese il percorso si divide per ricongiungersi in prossimità dell’arrivo. Il carro che arriva per primo alla biforcazione deve imboccare il percorso finale più lungo. Il 4 maggio il carro vincente porta in processione la reliquia del Legno della Croce.
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La processione dei misteri
Campobasso (CB)
Corpus Domini
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E' una delle più originali feste del Corpus Domini e risale al XVI secolo, quando si iniziò a far sfilare quadri viventi che illustravano la Vita del Cristo o di santi particolarmente venerati nella zona. A partire dal Settecento si cominciarono a realizzare delle macchine da trasporto, straordinarie per eleganza e leggerezza, ideate dall'artista Paolo Saverio di Zino. Questi realizzò un'armatura verticale in grado di reggere dei bambini su particolari diramazioni, mentre sulla base si collocano gli adulti, tutti in costumi d'epoca. L'armatura, realizzata in una lega di metallo speciale, è abilmente camuffata in modo da creare l'illusione che i personaggi siano sospesi in aria. Il trasporto è effettuato su barelle portate a forza di braccia. Dei ventiquattro Misteri progettati a suo tempo, sei non ressero al collaudo e altri sei andarono perduti nel terremoto del 1805. I dodici rimasti, vere opere d'arte viventi, sfilano attualmente nella processione e sono dedicati rispettivamente a sant'Isidoro, patrono dei contadini, che fa scaturire l'acqua da una roccia; a san Crispino, protettore dei calzolai, assorto nella contemplazione di tre angeli che gli mostrano una spada, una palma e una corona; a san Gennaro, ai cui piedi vi sono il Vesuvio e il fiume Sebeto, impersonato da un vecchio dalla lunga barba che tiene una pala nella destra e un vaso rovesciato; ad Abramo, cui un angelo trattiene la mano mentre sta per vibrare il colpo sul figlio Isacco; a Maria Maddalena sorretta da creature celesti sull'altare dove officiava san Massimo; a sant'Antonio abate colto mentre resiste alla tentazione rappresentata da una graziosa fanciulla; all'Immacolata Concezione che si libra in alto contornata da cinque angeli; a san Leonardo patrono dei carcerati; a san Rocco intento a guarire un appestato; all'arcangelo Michele che scaccia i diavoli con la spada; alla Vergine Assunta che vola in cielo accompagnata da due angeli; a san Nicola di Bari che restituisce ai genitori il figlioletto rapito dai corsari. Un tredicesimo Mistero si è aggiunto recentemente, è dedicato al sacro Cuore di Gesù e chiude la processione. Il corteo, aperto da due torce, muove alle dieci del mattino partendo dalla casa dell'inventore delle macchine e percorre le vie della città fra due ali di folla ammirata e rapita.
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Festa di San Pardo
Larino (CB)
25-27 maggio
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La "carrese" di Larino risale all'anno 842 quando, secondo la tradizione, la popolazione riuscì a impossessarsi delle reliquie del santo eremita Pardo, morto e sepolto a Lucena. Narra una leggenda che, per dirimere la disputa con i luceresi su chi dovesse tenere presso di sé il corpo del vescovo proveniente dal Peloponneso, fu deciso di porre le sacre reliquie su di un carro e di lasciare ai buoi la decisione su dove dirigersi. I buoi scelsero senza esitazioni la strada di Larino e qui la popolazione li accolse con grandi manifestazioni di giubilo, ripagata dai numerosi miracoli e prodigi che da allora furono loro attribuiti. In ricordo di questo avvenimento ogni anno si svolge una sfilata di numerosi carri splendidamente addobbati con fiori di carta, realizzati uno per uno da mani sapienti. I buoi avanzano tenendo sulla groppa coperte ricamate e drappi di seta, mentre sulle corna hanno candidi asciugamani di lino. Al vertice del timone è posto un maestoso "piantone" di ulivo addobbato con nastri, fiori, mozzarelline e piccole figure di pasta e di pane. I carri sono di due tipi: "a capanna" quelli più antichi e "trionfali" i più recenti. Sopra prendono posto vecchi e bambini, davanti camminano gli uomini e dietro le donne. La lunga processione si reca al cimitero e da lì porta in paese la statua di san Primiano, colui che avrebbe permesso ai larinesi di recuperare il corpo di san Pardo. Il ritorno avviene di sera, quando i carri, illuminati dall'interno, assumono un aspetto magicamente suggestivo.
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La 'Ndocciata
Agnone (IS)
24 dicembre
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All'imbrunire del 24 dicembre, al battere del campanone di Sant'Antonio, centinaia di persone di tutte le età e indossanti i costumi tradizionali accendono le 'ndocce (torce) e s'incamminano lungo il corso principale del paese, che diviene così un gigantesco ed emozionante fiume di fuoco. A fianco dei portatori sfilano pastori, pecore, cavalli, buoi e maiali, nonché alcuni carri sui quali sono stati ricostruiti interni di stalle e scene di vita contadina. Una volta giunti in piazza si accende un gran falò attorno al quale la popolazione si riunisce per dare l'addio a quanto di negativo c'è stato durante l'anno che sta per finire e che sarà simbolicamente bruciato nel fuoco. Al termine della sfilata si svolge anche una rappresentazione della Natività, ispirata di volta in volta a temi umani e sociali d'attualità, mentre i presepi artistici fanno bella mostra di sé negli androni delle case, dove rimarranno per tutto il periodo delle feste natalizie. Le 'ndocce sono grosse torce realizzate con legno di abete bianco e fasci di ginestre secche tenute insieme con lo spago. Sono alte due o tre metri e talvolta riunite da paletti trasversali per formare dei gruppi che possono arrivare fino a venti fiaccole. Da come la 'ndoccia ardeva si traevano auspici: se soffiava il vento di tramontana si prevedeva una buona annata. Un fuoco scoppiettante e una fiamma consistente erano considerati benauguranti perché in grado di scacciare le streghe. Gli anziani ricordano che in questa occasione si cercava di fare buona figura agli occhi delle ragazze, si gareggiava, infatti, nel realizzare la torcia più bella e compatta al fine di farla durare di più. A sfilata conclusa, si portava la 'ndoccia sotto la finestra della fanciulla sulla quale erano riposte le proprie speranze. Se lei si affacciava significava che aveva gradito il gesto, altrimenti un secchio d'acqua spegneva a un tempo la torcia e l'ardore del giovane.
: www.prolocoagnone.com
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