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Bataille des reines
Aosta (AO)
Terza domenica di ottobre
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In molte località della Valle d'Aosta si svolge, a partire dal mese di agosto, una singolare gara la cui tradizione è assai più antica delle prime attestazioni su documenti, risalenti al Seicento. Vi prendono parte le mucche che durante l'alpeggio hanno conquistato la supremazia per la loro forza nelle rispettive mandrie. Ogni pomeriggio (l'orario canonico delle corride spagnole) le massiccie regine si affrontano a coppie e le eliminatorie durano molte ore tra l'orgoglio o la delusione dei loro proprietari, in un'elettrizzata atmosfera dove s'incrociano scommesse e speranze. Le concorrenti sono divise in tre categorie secondo il peso e ognuna avrà la sua vincitrice. Requisito indispensabile per essere ammesse è di essere gravide. Gli animali iniziano lanciandosi sguardi feroci e, scalciando all'indietro, sollevano nuvole di polvere. Per intimorire l'avversaria emettono muggiti cupi e minacciosi, dopodichè scatta l'attacco. Tuttavia nel corso della lotta si limitano a inforcare le corna e a spingersi frontalmente con tutto il vigore dei loro possenti muscoli, senza minimamente danneggiarsi. La vincitrice sarà quella che avrà fatto indietreggiare tutte le altre, ad essa andrà il trionfo con una ghirlanda di fiori, nastri e una sfilata al suono della banda durante la quale sarà messa in testa a tutte le rivali. Le finali si svolgono alla fine d'ottobre all'arena Croix Noire di Aosta, dove sarà assegnato il titolo di Reina des reines. Al termine la tensione accumulata da proprietari, pastori e turisti viene smaltita nelle danze sul palchetto del badoche (ballo pubblico), agli ordini del badocher, eletto assieme alla sua badochère dall'intera comunità in occasione della festa
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Festa dell'uva
Chambave (AO)
Ultima domenica di settembre
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La gente del posto afferma che questi sono i più alti vigneti d'Europa e assicura anche che perfino re Carlo VIII volle salire fin quassù per gustare i vini che qui si producono, già celebri al tempo della conquista romana. Per l'occasione graziosi diorami illustrano la fatica dei vignaioli che operano con metodi artigianali in piccole cantine "a grotta". L'uva è sistemata in cestini artisticamente addobbati ispirandosi alla coltivazione della vite, al termine i migliori e più fantasiosi saranno premiati da un'apposita giuria. Gruppi folkloristici si esibiscono in italiano, francese e patois, mentre graziose fanciulle offrono a tutti i presenti grappoli d'uva e bicchieri di vino generoso. Una sfilata di paesani negli antichi e coloratissimi costumi locali fa da contorno agli spettacoli.
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Pellegrinaggio a San Besso
Cogne (AO)
Secondo fine settimana di agosto
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La processione ricorda l'opera di evangelizzazione di San Besso, milite della legione Tebea formata da soldati cristiani. Intorno al 286 l'imperatore Massimiliano ordinò di trucidare i soldati che si rifiutassero di compiere sacrifici a Giove, così tutta la legione fu annientata. Besso, uno dei sopravvissuti, portò il cristianesimo in Val Soana e qundi fu martirizzato.
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Carnevale
Verrès (AO)
Carnevale
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Una durissima lotta si è scatenata tra Caterina di Challant e il suo consorte Pierre d'Ingtrod da una parte, e alcuni signori savoiardi desiderosi di impossessarsi del feudo che la bella castellana ha ricevuto in eredità dal padre dall'altra. Ma in quel 1449 accade un fatto nuovo: l'ultimo giorno di maggio, festa della santissima Trinità, Caterina e il marito scendono dal castello e si recano Verrès. Dopo aver pranzato dal prevoso Pietro de Chissé, si recano nella sottostante piazza. Al suono del piffero e del tamburo tutti iniziano a danzare e Caterina accetta gli inviti dei giovani del paese. Il suo è un gesto di democrazia che lascerà stupiti e ammirati tutti i presenti al punto da rimanere nella memoria popolare fino ai nostri giorni. Quando la sera il corteo risale al castello, un componente della scorta di Caterina ha un gesto di scherno verso il messo dei Savoia. Ancora oggi, durante le festività carnevalesche, Caterina di Chalant scende a ballare con la balda gioventù di Verrès. Sabato la festa comincia con una sfilata in costume lungo le vie del paese nel corso della quale Caterina e Pierre invitano tutti al grande ballo popolare. Poi lassù, nel castello arroccato su una rupe, per tre giorni si susseguono serate danzanti, concerti e sceneggiate storiche. Immancabile è la rappresentazione del dramma di Giuseppe Giacosa "Una partita a scacchi", quello nel quale compaiono i famosi e, per molti, orribili versi:
-Faggio Fernando, perché mi guardi e non favelli? -Guardo gli occhi tuoi che son tanto belli.
Infine, nel pomeriggio di martedì grasso, la sfilata si ripete al suono della banda musicale. Dall'alto del suo carroccio Caterina lancia verso la folla manciate di fiori e caramelle.
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