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Partita a Scacchi
Marostica (VI)

Primo sabato e prima domenica di settembre

Negli anni pari sulla piazza di Marostica si svolge una grandiosa partita a scacchi. Su una scacchiera realizzata con grossi riquadri di marmo di colore diverso, pedoni, cavalli, alfieri, re e regine in carne e ossa si muovono con le proprie gambe, mentre dei valletti spingono le torri. Tutti indossano splendidi costumi quattrocenteschi. Le mosse sono ordinate da due rivali in amore, perché la partita rievoca i tempi in cui, per una legge emanata da Cangrande Della Scala, le dispute, anche quelle di cuore, dovevano essere risolte con gli scacchi, anziché con le armi. Si racconta infatti che nel 1454 la figliola del signore di Marostica, la bellissima Lionora, fosse stata richiesta in moglie da due baldi signorotti, che stavano per imbracciare le armi per risolvere la questione. Ma per fortuna era in vigore la suddetta legge e dovettero così ripiegare sul nobil ziogo de li scacchi, sotto gli occhi trepidanti della bionda Lionora. L'usanza è stata ripresa e ogni due anni sulla stessa piazza si ripete la partita. Un araldo annuncia a gran voce in dialetto veneziano le mosse e la partita si svolge in un alternarsi di finte e tranelli, prudenti ritirate e improvvisi attacchi. Il numeroso pubblico assiste attento comodamente seduto su palchi allestiti appositamente nella splendida piazza Castello. Al termine una grande parata sfila intorno alla piazza tra uno sfavillio di gonfaloni, suoni e uno scoppiettio di fuochi d'artificio.


Musei: Museo dei Costumi della Partita a Scacchi
Mostra dei Vini
Mostra dei Vini
Pramaggiore (VE)

Ultime due settimane di aprile

La manifestazione è divenuta nel corso degli anni momento fondamentale di promozione e degustazione dei vini locali oltre che di esposizione di prodotti provenienti dall'intero territorio nazionale. La manifestazione è divenuta nel corso degli anni momento fondamentale di promozione e degustazione dei vini locali oltre che di esposizione di prodotti provenienti dall'intero territorio nazionale.


Festa del Prunno
Festa del Prunno
Il Prunno
Asiago (VI)

16 agosto

In un anfiteatro naturale, il Prunno, si svolge una festa campestre con giochi e intrattenimenti vari, musica dal vivo e stand gastronomici con cucina tipica. Al calar della notte vengono elette la Reginetta del Bosco e le sue ancelle. Lo spettacolo si chiude con una fiaccolata alla veneziana e uno spettacolo pirotecnico.


Sagra dei Cuchi
Sagra dei Cuchi
Canove di Roana
Roana (VI)

25 Aprile - San Marco

Sull'Altopiano di Asiago il 25 aprile, giorno di San Marco, si usa regalare alla propria fidanzata non un fiore ma un cuco, un fischietto di terracotta. Si tratta di un'antica tradizione. Canove di Roana vive questa giornata in modo particolare, facendo suonare i cuchi e allargando la festa con un mercatino dove si vende di tutto, fischietti compresi.


Musei: Museo dei Cuchi
Prodotti Tipici: Cuchi
Festa della Madonna della Salute
Venezia (VE)

21 novembre

La processione raccoglie una vasta partecipazione popolare e si svolge in direzione dell'omonima chiesa edificata su un isolotto affiorante sullo sbocco del Canal Grande. Essa fu istituita in ringraziamento per la cessazione di una terribile pestilenza che colpì la città nel 1630. La chiesa, eretta su disegno di Baldassarre Longhena tra il 1631 e il 1687, ha base ottagonale perché, come lasciò scritto l'architetto, avesse la forma di una corona da dedicare alla Vergine. Per consentire alla popolazione, guidata dal patriarca e dalle autorità, di raggiungere la chiesa, si getta un ponte provvisorio sul Canal Grande che si regge su piattaforme galleggianti. Le strade sono adornate con addobbi sacri e ceri e sul campo della Salute bancarelle vendono dolci e giocattoli. Al termine è tradizione consumare la "castradina", un piatto di origine slava a base di montone affumicato con zuppa di verze e innaffiato di vino nuovo.


Prodotti Tipici: Castradina
Carnevale di Sappada
Sappada (BL)

Carnevale

Sappada è un'isola etnica situata tra le splendide montagne bellunesi dove parlano un dialetto tedesco. Qui il rituale prevede festeggiamenti a cadenza domenicale. La prima domenica è dedicata ai poveri (pettlar suntag) e i travestimenti ricordano la fascia sociale più disagiata. Le maschere mimano le quotidiane occupazioni e le misere astuzie che i poveri sono costretti a inventare per sopravvivere. Entrano nelle case per mendicare piccoli doni in cibo, ricordando a tutti quanto sia più facile vivere da benestanti.
La seconda domenica (paurn suntag) è dedicata a un'allegra rappresentazione del mondo contadino, le maschere portano falci, rastrelli e cumuli di fieno e imitano i tipici lavori dei campi.
Le donne che compongono il gruppo distribuiscono saporite frittelle agli spettatori.
Giovedì grasso sfilano allegri e fantasiosi carri allegorici. La domenica di carnevale è dedicata ai signori (hearn suntag), e qui le maschere sono più raffinate e sfoggiano costumi di notevole bellezza. Lunedì è in buona misura dedicato ad allegre scorpacciate e copiose bevute, mentre martedì è la volta di una cosmica gara sugli sci denominata no club. Il rollate è il protagonista assoluto del carnevale, è un personaggio austero che incute timore: alto e possente, vestito di un pellicciotto con cappuccino, porta pantaloni a righe di robusta tela e pesanti scarponi ferrati. Si copre il volto con una maschera di legno che ha i lineamenti duri del montanaro, e intorno al collo si lega un fazzoletto bianco (se celibe) o rosso (se sposato). In mano tiene una scopa che può essere usata in modo scherzoso o minaccioso, in vita sono legate le rollen (da cui gli deriva il nome): sfere di bronzo contenenti biglie che ne annunciano il rumoroso arrivo.
Essi procedono a coppie e si muovono con cadenze sincrone per far risuonare i sonagli. I travestimenti sappadini consentono di mantenere un perfetto anonimato perché anche la voce viene contraffatta dal rimbombo interno della maschera di legno e ciò permette una completa libertà nell'effettuare gli scherzi ai danni dei presenti. Per questa caratteristica il carnevale sappadino assume un aspetto "teatrale", in quanto consente un vivace protagonismo espressivo.






Carnevale di Venezia
Venezia (VE)

Carnevale

La città lagunale si trasforma in un animatissimo palcoscenico popolato da maschere di ogni tipo. La rinascita del carnevale veneziano coinvolge folle strabocchevoli e si disperde in mille rivoli, pubblici e privati, tra spettacoli teatrali, feste nei meravigliosi palazzi affacciati sul Canal Grande e soprattutto l'incontenibile sciamare della folla nelle calli e nei campielli. Il carnevale di Venezia è ormai una grande Kermesse spettacolare che supera l'ambito di una festa tradizionalmente sovvertitrice dei valori per divenire evento televisivo per "vendere" in tutto il mondo. Eppure la raffinatezza di certi costumi, il contesto e l'ambientazione da favola, riescono ancora a vincere il senso di soffocamento. Le maschere d'altra parte sono sempre state di casa a Venezia, di esse si servivano in ogni periodo dell'anno quanti non volevano farsi riconoscere: cortigiane e mendicanti, debitori e malandrini, al punto che furono emanate numerose leggi (la più antica è del 1268) per proibirne, invano, l'uso. I festeggiamenti un tempo erano aperti ( e i documenti ne provano l'antichissima tradizione) dallo "svolo del turco", la passeggiata di un acrobata su un filo teso fra il campanile di san Marco e la basilica, ma oggigiorno la trasvolata è compiuta da una colomba di cartapesta. Sabato grasso poi si snoda sul Canal Grande la sfilata delle maschere in barca e martedì a mezzanotte tutto finisce con il rogo del "Pantalon".

: www.carnevale.venezia.it

Vènardi Gnocolàr
Verona (VR)

Venerdì grasso

Venerdì grasso in ogni famiglia veronese si usa consumare abbondanti piatti di gnocchi al burro o al sugo. Gli storici locali ritengono che l'origine dell'usanza vada collocata nella prima metà del Cinquecento, quando un medico veronese, tale Tomaso Da Vico, l'ultimo venerdì di carnevale fece distribuire alle plebi della contrada San Zeno affamate dalla carestia, abbondanti razioni di pane, vino, burro, farina e formaggio. Il Da Vico stesso lasciò poi un legato testamento affinchè una simile distribuzione si ripetesse ogni anno nel medesimo giorno. Ecco dunque che ogni anno, nella piazza antistante la basilica romana del popolare quartiere di San Zeno, si forma un corteo in costume con in testa il papà del gnoco. Questi si maschera con una gran pancia e regge in mano, a mò di scettro, un forchettone su cui è infilato un grosso gnocco. E' seguito da una scorta d'onore a cavallo, dai "Putti di San Zeno", da un drappello di cavalieri in abiti quattrocenteschi e da gruppi e carri mascherati su cui troneggia il "duca della pignatta", che distribuisce finti marenghi alla folla.
Il corteo raggiunge piazza dei Signori, dove abbondanti piatti di gnocchi, conditi con smalso pepato, sono offerti alle autorità e poi a tutti i presenti.


: www.larenadomila.it/bacanal.htm

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