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Amaretti di Mombaruzzo
Zona Tipica: Mombaruzzo (AT)
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Biscotto secco o morbido, leggermente amaro, caratteristico di molte zone del Piemonte. L'origine di questo dolce si fa risalire a Francesco Moriondo, cuoco e pasticcere alla corte dei Savoia nella prima metà del Settecento; si trasferì in seguito a Mombaruzzo, dove cominciò a produrre in proprio il suo dolce. Da allora il paese è noto per gli amaretti e tuttora operano i discendenti del grande pasticcere.
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Strudel di mele
Zona Tipica: Provincia di
Bolzano
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Lo Strudel originale dell'Alto Adige viene preparato secondo microzone di provenienza e precise tradizioni di famiglia ricorrendo a tre diversi tipi di impasto che sono:- la cosiddetta "pasta matta", un metodo molto elaborato di preparazione
- la pasta frolla, prediletta per la pienezza del sapore
- la pasta sfoglia, soprattutto oggi apprezzata per la sua leggerezza.
Ogni maestro pasticcere o panificatore ha una propria ricetta per fare di ogni Strudel uno strudel irripetibile.
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Zelten
Zona Tipica: Provincia di
Bolzano
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E' il dolce natalizio per eccellenza. Le sue ricette sono l’orgoglio di ogni famiglia di panettiere o pasticciere e vengono custodite gelosamente.
Appartiene da un tipo di pane alla frutta che un tempo era diffuso dalle alpi fino alla zona del „Taunus“, ma ai giorni nostri, è circoscritto quasi esclusivamente all’area alpina.
Nella realizzazione dello Zelten venivano un tempo utilizzati solamente prodotti tipici della zona alpina, ma più di recente, nella sua composizione sono entrate anche molte qualità di frutta dell’area mediterranea. Un tempo, la pardona di casa cuoceva un grande Zelten per la famiglia e uno, di dimensioni minori, per ogni domestico. Oggi, un numero sempre maggiore di famiglie, in particolare nelle città, ricorre direttamente al panificio o alla pasticceria di fiducia.
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Baci di Cherasco
Zona Tipica: Cherasco (CN)
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Confetti di cioccolato fondente con nocciole (var. Tonda Gentile delle Langhe) tostate e frammentate, e burro di cacao.
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Pinocchiata
Zona Tipica: Chiesanuova in Val di Pesa e La Romola San Casciano in Val di Pesa (FI)
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Dolce tipico della zona nordovest del Chianti, ricca di pini, tra La Romola e Chiesanuova. E' una specie di croccante di pinoli (chiamati localmente pinocchi) raccolti e sgusciati ad uno ad uno con pazienza e passione. Assolutamente imperdibile durante la "Festa di' pinolo" a Chiesanuova nelle prime settimane di giugno.
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Anacino
Zona Tipica: Comune di Civitella Paganico e province di Siena e di Grosseto
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L’anacino è un biscotto salato a forma di ciambella o di otto,
di colore giallo senape; è molto croccante all’esterno e più
morbido all’interno, ha il sapore forte dell’anice e l’odore
tipico del pane. Le pezzature si aggirano intorno ai 100-110
grammi. Si produce tutto l’anno.
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Cialdino dei Tufi
Zona Tipica: Pitigliano, Sorano e Sovana (GR)
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Si tratta di una sfoglia sottilissima (cialda), circolare, dal
diametro variabile dai 3-4 cm fino agli 8-10 cm. Ha color
crema brunito e sapore fortemente caratterizzato dall’anice
e dagli aromi propri del vino bianco fresco.
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Babà
Zona Tipica: Provincia di
Napoli
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Dolce imbevuto di rhum ormai nella tradizione napoletana ma di origini più lontane: il re Stanislao Leszczynsky di Polonia, suocero di Luigi XV di Francia esiliato in Lorena dopo la sconfitta nella guerra di successione polacca del 1733-38, cercò di migliorare il dolce tipico lorenese, il "Kugelhupf", imbevendolo di rhum e lo chiamò Alì Babà perché era un appassionato delle "Mille e una notte". Il dolce arrivò a Napoli al seguito dei Borboni, perdendo per strada la prima parte del nome.
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Struffoli
Zona Tipica: Provincia di
Napoli
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Composti da palline di farina, zucchero e anice, ricoperte da miele e confetti vari. La tradizione li fa risalire alla fondazione di Partenope. Venivano preparati nei Conventi, dalle Suore di vari Ordini, e portati in dono alle famiglie dei nobili più caritatevoli. Era un dolce di rito nei grandi banchetti natalizi. Qualcuno vorrebbe attribuire agli struffoli qualità afrodisiache.
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Canojët (Cannoli di Piana)
Zona Tipica: Piana degli Albanesi (PA)
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Più grandi dei tipici cannoli siciliani, il loro segreto è riposto nella cialda (shkorça) di farina, vino, strutto e sale, che è riempita con ricotta zuccherata passata a setaccio e schegge di cioccolato.
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Të Plotit (Buccellati)
Zona Tipica: Piana degli Albanesi (PA)
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Dolci caratteristici del periodo natalizio dalle forme più svariate e ripieni di marmellata di fico. Nella comunità di Piana degli Albanesi se ne ha memoria dai tempi più remoti.
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Brutti Boni di Prato
Zona Tipica: Provincia di
Prato
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Hanno forma rotondeggiante con diametro di 3-5 cm e consistenza
piuttosto dura. Sono di colore bruno, hanno profumo
e sapore di mandorle.
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Pesche di Prato
Zona Tipica: Province di Prato e Firenze
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Dolcetti tondi fatti di farina, zucchero, lievito, burro e succo di arancia, inzuppati nell’alkermes, divisi a metà e riempiti di crema pasticcera. Sono morbidi e molto dolci, con un intenso sapore di crema. Si producono tutto l’anno. Per la ricetta tipica: Pesche di Prato
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Cialde di Montecatini
Zona Tipica: Montecatini (PT)
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Hanno una forma discoidale ed una
consistenza compatta ma friabile. Sono caratterizzate da un
leggero color nocciola e da un forte odore di mandorla; il
sapore è molto dolce, ricorda quello del wafer. Si consumano in genere con il gelato.
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Cioccolata Modicana
Zona Tipica: Modica (RG)
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Si presenta nella sua caratteristica forma squadrata suddividibile in quattro parti e nella sua lunghezza di circa 15 cm, ancor oggi è preparata seguendo una tradizionale ricetta sviluppatasi durante la Dominazione Spagnola nella Contea di Modica. E' definito cioccolato “a freddo” o “a crudo” poiché la preparazione, ancora oggi del tutto artigianale, avviene a bassa temperatura, tale da lasciare intatti i cristalli di zucchero, che conferiscono al prodotto la particolare granulosità. Gli ingredienti tipici sono la pasta di cacao amaro, lo zucchero semolato, i panetti di vaniglia oppure di cannella ed il burro di cacao.
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'Mpanatigghie
Zona Tipica: Modica (RG)
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Biscotti tipici di origine spagnola, propongono l'originale accostamento di cioccolato e carne, caratteristico della tradizione culinaria spagnola. Un tempo preparate con carne di selvaggina, oggi sono riproposte con finissima carne di manzo, cioccolata modicana e canditi racchiuso in una finissima sfoglia di pasta.
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Panforte
Zona Tipica: Siena (SI)
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Dolce senese consumato specialmente nel periodo natalizio, confezionato con un impasto sodo di farina, zucchero o miele, spezie, canditi, mandorle e nocciole, di forma circolare e appiattita .
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Ricciarelli
Zona Tipica: Siena (SI)
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Dolci di pasta di mandorle tipici di Siena, a forma di piccolo rombo o losanga, cotti in forno e ricoperti di zucchero a velo o di cioccolato
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Nocciolini di Chivasso (Noasèt)
Zona Tipica: Chivasso (TO)
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Amaretti piccolissimi, specialità dolciaria molto ricercata in Piemonte. L'elemento base è la rinomata nocciola tonda delle Langhe, che viene tritata e pestata, con zucchero e bianco d'uovo. Una delle più antiche produttrici di nocciolini di Chivasso è la pasticceria Bernardi, fondata nel 1832.
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Giandujotto di Torino
Zona Tipica: Torino (TO)
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Cioccolatino a forma di spicchio o barchetta rovesciata, ottenuto impastando cacao, zucchero e le nocciole tonde gentili del Piemonte, rinomate per la loro qualità fine e gustosa.
Il cioccolato Gianduja nacque per caso all'inizio dell'Ottocento, come espediente fortuito dei cioccolatieri torinesi per sopperire alle loro difficoltà nel rifornirsi di cacao, a causa del blocco continentale imposto da Napoleone. Essi iniziarono ad aggiungere in misura variabile nocciole tostate all'impasto di cacao e zucchero. Un'aggiunta ancora clandestina (nocciole e mandorle torrefatte erano considerate sostanze adulteranti) e che iniziò ad essere esplicitamente dichiarata solo all'inizio del Novecento con la divulgazione della ricetta segreta del cioccolato alla nocciola "detto Gianduja".
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Favette Triestine
Zona Tipica: Trieste (TS)
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Dolcetti a base di mandorle della dimensione di una ciliegia. Bianche, rosa o marroni, a seconda dell'essenza usata, le fave trovano le lontane origini nell'usanza dei romani di offrirle fresche agli dei. Nella tradizione triestina, le fave vengono prodotte nel periodo autunnale durante le ricorrenze di novembre, da qui anche l'espressione "fave dei morti".
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Pinza
Zona Tipica: Trieste (TS)
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"Bona Pasqua, bone pinze" era ed è l'augurio che si scambiano tanti triestini in occasione di qualle festa. La pinza era in origine un pane lievitato, che accompagnava il pranzo di Pasqua. Nelle famiglie triestine di un tempo era un punto d'onore fare le pinze in casa, le massaie ne andavano orgogliose, ognuna aveva il suo segreto. Uova, tante uova, zucchero e burro, lavorare la pasta a più riprese, deve lievitare più volte, riposare un giorno, solo ora è pronta per il forno. Difficile descrivere il profumo di una pasticceria triestina che abbia appena sfornato delle pinze. Oggi si produce tutto l'anno, una prima colazione con fette di pinza, marmellate o crema al cioccolato è insuperabile.
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Presnitz
Zona Tipica: Trieste (TS)
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Dolce della tradizione pasquale triestina che ricorda uno strudel (strucolo) a forma di spirale. Difficile resistergli. Un morbido impasto di noci finemente tritate, uvetta passa, aromi, canditi, biscotto frantumato. L'impasto viene avvolto in una sfoglia sottile, attorcigliato su se stesso a forma di spirale ed infornato. Nella simbologia cristiana, rappresenta la corona di spine posta sul capo di Gesù.
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Putizza
Zona Tipica: Trieste (TS)
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Dolce della tradizione pasquale triestina che fa uso della pasta della pinza (altro dolce pasquale), e per questo lo rende un dolce più familiare e meno sofisticato del presnitz. Rimane uno dei dolci più importanti e squisiti della tradizione triestina. L'impasto è simile a quello del presnitz, con varianti che vanno dal cioccolato ai distillati.
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I.G.P.
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Coppia Ferrarese
Zona Tipica: Ferrara (FE)
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Pane storico a pasta dura. Gli ingredienti consentiti sono la farina di grano tenero di tipo 0, acqua, strutto di puro suino, olio extravergine di oliva, lievito naturale e malto. La caratteristica che lo rende assolutamente unico è la forma: è costituito da due pezzi di pasta legati assieme. Il corpo centrale assomiglia a quattro piccole dune e le quattro estremità sono cornetti ritorti detti crustin.
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