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Madonna di San Ciriaco
Duomo di Ancona
Il prodiogio della Madonna del duomo di Ancona
Ancona (AN)

La sera del 25 giugno del 1796 la signora Francesca, una vedova trentenne, da sempre devota della Madonna, sale dal porto, insieme ad altre madri, verso il Duomo di San Ciriaco. In città si è sparsa la notizia dell’avanzata trionfale dell’esercito francese comandato dal gen. Bonaparte, e dell’armistizio sottoscritto a Bologna, nel quale il Papa è costretto a cedere ai Francesi, Ferrara, Bologna ed Ancona; a pagare un contributo di 21 milioni di lire, parte in denaro, parte in bestiame e derrate; a consegnare cento monumenti d’arte, tra quadri, vasi, statue e trecento codici manoscritti di valore, a scelta dei francesi. I fatti confermano la fama di anticlericali e di predatori che precede le truppe francesi ed atterrisce la popolazione che affolla le chiese implorando protezione dal cielo. C’è ancora poca gente quando la piccola comitiva orante di donne sale dalla cripta dei Santi Patroni alla cappella della Madonna. Possono prendere posto proprio sul primo gradino, ai piedi dell’Immagine. La Madonna è con il solito volto umile, con gli occhi chiusi, con le pupille quasi coperte dalle palpebre, il capo reclinato verso la spalla. Intenta a leggere le sette allegrezze della Santa Vergine, Francesca non si accorge che attorno all’altare si è raccolta una folla considerevole. Terminate le invocazioni, alza gli occhi e le sembra di vedere l’immagine della Madonna con gli occhi quasi interamente aperti. Teme un’allucinazione, abbassa il capo, si ricompone in preghiera con gli occhi chiusi; la gente attorno ha notato qualcosa ed alza notevolmente il tono delle preghiere. Francesca risolleva il capo verso il quadro e vede la Madonna non solo con gli occhi aperti, ma con il sorriso sulle labbra. Non ha tempo di dire alle vicine quanto vede che la piccola Barbara di dodici anni, balza sotto l’altare e, rivolta alla madre, grida “è vero, la Madonna apre gli occhi e ride”. Anche le donne presenti, dopo aver soccorso la madre di Barbara, svenuta per l’emozione, osservano attentamente il quadro e notano che gli occhi della Madonna continuano ad aprirsi e che il volto si fa quasi sorridente. La notizia vola! Accorrono tutti per vedere il fenomeno. A leggere le testimonianze rese in seguito, molti all’inizio restano increduli, pensando ad una illusione ottica o collettiva, ma poi si convincono. Per tutti valga la testimonianza del pittore Antonio Meloni di Imola, che esaminerà a lungo il quadro: “Ritrovandomi in vicinanza, vidi che all’aprirsi degli occhi, questi si vedevano limpidi, e non più confusi con il chiaro e oscuro delle tinte... il volto compariva più ilare e quasi ridente”. Il Prodigio continua fino all’11 febbraio dell’anno successivo 1797, quando il Generale Napoleone Bonaparte, accusando i Canonici del Duomo di ingannare il popolo, vuole ispezionare personalmente il quadro. Come ha in mano il quadro, liberato della cornice e del vetro, l’attenzione di Napoleone cade sul nastro di perle, rubini e altre pietre preziose che fanno corona all’Immagine; egli pensa bene di prendere tale patrimonio per “provvedere, dice, il corredo da sposa ad una giovane del locale Ospizio di Carità”. Fa togliere dal quadro il prezioso nastro, lo prende in mano, ma... rimane perplesso. Ai presenti sembra addirittura che il Generale cambi colore nel volto, ed interpretano questa indecisione con un intervento straordinario della Madonna. Con sorpresa di tutti, il Generale restituisce il nastro di perle preziose perché sia rimesso sul petto della Madonna. In seguito, per suggerimento del Vescovo, e per desiderio di Napoleone stesso, il quadro viene coperto con un velo di seta ricamato.

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