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DATI TERRITORIO
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ASCOLI PICENO
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AP
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Regione: Marche
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Provincia: Ascoli Piceno
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Popolazione: 51.375
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Altitudine: 154 metri slm
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Zona Climatica: D
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Latitudine: 42° 51' 09" N
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Longitudine: 13° 34' 42" E
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PERNOTTAMENTO
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ASCOLI PICENO
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AP
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Ostello dé Longobardi
Via Soderini, 26
63100 Ascoli Piceno (AP)
( 0736/259007 FAX 0736/259191
Ubicato in un prezioso palazzetto longobardo
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MUSEI & MONUMENTI
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ASCOLI PICENO
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AP
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Museo Archeologico Statale
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Museo Archeologico Statale
Piazza Arringo 5 Ascoli Piceno (AP)
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Fondato nel 1779 e a lungo conservato nel Palazzo dei Capitani del Popolo, il museo è stato aperto nel 1981 nel palazzo Panichi (XVII-XVIII secolo); attualmente in corso di riallestimento, incorporerà la ricchissima collezione civica di Ascoli e i reperti emersi dai recenti scavi nelle tombe dell'Ascolano. Tra gli oggetti più antichi si segnalano l'amigdala paleolitica da Acquavita e le fibule da parata da Castignano dell'età del bronzo; le testimonianze relative alla civiltà dei Piceni (età del Ferro): tombe, corredi, oggetti femminili e di uso domestico. La sezione romana presenta mosaici, il ritratto di Traiano e il sarcofago di Falerone, munito di tubo in piombo per l'offerta delle libagioni rituali. Ben documentato anche l'alto Medioevo, con gioielli in bronzo, oro, pietre e filigrana di matrice bizantina, gotica e longobarda.
Chiuso domenica Orario Lunedì-venerdì 8.30-13.30; sabato 9.00-19.00
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Informazioni: ( 0736253562
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Galleria d'Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Contemporanea
Corso Mazzini 224 Ascoli Piceno (AP)
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La galleria, con sede in palazzo Malaspina (XVI secolo), è stata inizialmente costituita nel 1964 come raccolta di opere grafiche, assumendo poi le caratteristiche di una galleria d'arte contemporanea con opere di vario genere di artisti italiani e stranieri. Comprende, tra tante, opere di Osvaldo Licini, Giuseppe Capogrossi, Gino Severini (Forme astratte), Emilio Vedova, sculture di Carmelo Cappello (Ritmi circolari verticali), di Aldo Calò (Struttura), di Umberto Peschi (Tarlo); xilografie, acqueforti, litografie.
Chiuso lunedì, postfestivi Orario Martedì-domenica 9.00-13.00, 16.00-19.00
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Informazioni: ( 0736250760
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Pinacoteca Civica
Piazza Arringo Ascoli Piceno (AP)
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Istituita nel 1861, la pinacoteca ha sede nel Palazzo Comunale e raccoglie opere di artisti marchigiani o attivi nelle Marche dal XV al XVIII secolo. Da segnalare i disegni di Pietro da Cortona e del Guercino; le opere su tavola di Carlo Crivelli (Madonna col Bambino e Santi) e Pietro Alemanno (Annunciazione), il nucleo di opere di Cola dell'Amatrice (Istituzione dell'Eucarestia), Le stigmate di San Francesco di Tiziano, l'Annunciazione di Guido Reni, dipinti di Luca Giordano (Transito di San Giuseppe), Carlo Maratta e, nella sezione moderna, le opere di Adolfo De Carolis e di Domenico Morelli. Tra le sculture dell'Ottocento, opere di Pietro Canonica, Raffaele Bellianzi, Nicola Cantalamessa. Famoso il piviale di manifattura inglese del XIII secolo, donato da papa Niccolò IV alla sua città natale. Importanti la raccolta di ceramiche marchigiane, toscane e abruzzesi e la liuteria con strumenti ad arco, corda e plettro.
Orario Giugno-settembre: lunedì-sabato 9.00-13.00, 15.00-19.30; domenica, festività 9.00-12.30, 16.00-19.30. Ottobre-maggio: lunedì-sabato 9.00-13.00; domenica 9.00-12.30. Periodo pasquale e natalizio: lunedì-domenica 9.00-12.30, 16.00-19.30
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Informazioni: ( 0736298213- 0736298282 FAX 0736298238
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Museo Diocesano
Piazza Arringo 27 Ascoli Piceno (AP)
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Il museo, che ha sede in palazzo Roverella (1532), pertinente al Palazzo Vescovile, conserva sculture, arredi liturgici e argenterie sacre. Da segnalare i dipinti di Pietro Alemanno (Polittico) e Cola dell'Amantide (Ss. Michele, Leonardo, Bernardo, Benedetto), la statua in lamina d'argento di Sant'Emidio, patrono di Ascoli, di Pietro Vannini.
Orario Martedì, sabato 10.00-12.00. Visitabile anche a richiesta solo per gruppi
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Biglietto: Ingresso gratuito Informazioni: ( 0736259901
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Museo di Storia Naturale Antonio Orsini
Corso Mazzini 39 Ascoli Piceno (AP)
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Sono esposte le collezioni del naturalista ascolano Antonio Orsini (1788-1870) che comprendono, nelle vetrine originali, raccolte di orittognosia (minerali provenienti da tutto il mondo), geognosia (rocce dell'Ascolano e rocce e minerali vulcanici), paleontologia (flora e fauna fossile del Mesozoico), conchiglie marine, terrestri e di acqua dolce; due erbari (piante indigene ed esotiche; piante dal bacino del Tronto, dai monti Sibillini e dall'Abruzzo); un epistolario con oltre quattromila lettere.
Chiuso domenica Orario Lunedì, mercoledì, venerdì, sabato 9.00-14.00; martedì, giovedì 9.00-14.00, 15.00-18.00
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Biglietto: Ingresso gratuito Informazioni: ( 0736277540
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MERCATINI
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ASCOLI PICENO
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AP
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Ascoli Piceno (AP)
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Chiostro di S. Francesco e vie adiacenti
La 3° domenica e sabato pomeriggio antecedente (escluso luglio ed agosto) |
Informazioni: Gianni Brandozzi ( 0736/256956
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SAGRE & TRADIZIONI
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ASCOLI PICENO
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AP
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Giostra della Quintana
Ascoli Piceno (AP)
Prima domenica di agosto
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La giostra si svolge in onore di sant'Emidio da Treviri, patrono della
città, che qui giunse nel 273 e poi finì decapitato sotto l'imperatore
Diocleziano. Narra la leggenda che, a decapitazione avvenuta, il
martire prese fra le mani la sua testa e si avviò al luogo della
sepoltura, al campo Parignano, ed entrò poi in una grotta che oggi è
parte di una bella chiesetta rinascimentale. Fin dal Medio Evo il 5
agosto, data del martirio di Emidio, si svolgevano in onore del Santo,
oltre la processione religiosa, giochi e gare di vario genere fra cui
la Quintana che all'epoca si svolgeva il 5 luglio. Questa tradizione
si ripete anche oggi, la prima domenica di agosto. suo onore nel
Medioevo si svolgevano, oltre alla processione religiosa nel giorno
della ricorrenza dell'avvenimento (il 5 agosto), giochi e gare di
vario genere, fra cui una Quintana, che allora si svolgeva il 5
luglio. Il suo nome deriva dalla via Quintana, che nell'accadimento
romano separa il quinto dal sesto manipolo ed era destinata ai giochi.
La tradizione è stata ripresa negli anni Cinquanta. Il torneo
cavalleresco è preceduto da un corteo storico in costumi del
Quattrocento di straordinaria bellezza. Si tratta in tutto di circa
settecento persone in rappresentanza dei vari sestieri cittadini che
impersonano dame, cavalieri, araldi, balestrieri, musici e
popolani. Ogni sestiere ha i suoi colori e il suo emblema portato
da un gonfaloniere che si pone alla testa del proprio gruppo. Una
volta che tutti sono giunti allo stadio si esibiscono gli
sbandieratori e quindi inizia il corteo. Ogni cavaliere riceve dalla
sua dama un fazzoletto augurale portogli sulla punta di un'asta, se lo
lega al braccio, sprona il cavallo e si getta al galoppo lungo un
percorso a forma di otto. Egli deve colpire con la lancia lo scudo
tenuto da un fantoccio girevole (la Quintana, appunto, che ha le
sembianze di un guerriero saraceno) e contemporaneamente evitare di
essere percosso da una frusta o mazza che questi tiene con l'altro
braccio. Chi mette a segno il maggior numero di colpi riceve, tra il
tripudio dei suoi contradaioli, il Palio, un panno riccamente
istoriato da un artista locale. Nella serata il corteo percorre
nuovamente le antiche vie cittadine alla luce delle fiaccole e poi
seguono i festeggiamenti dei vincitori che si protraggono fino
all'alba. In questi giorni è tradizione adornarsi le vesti con un
mazzetto di basilico in ricordo di un avvenimento leggendario accaduto
nell'XI secolo, quando fu rinvenuto il sepolcro del santo e si scoprì
che su di esso era cresciuta una pianta di basilico.
La Giostra
della Quintana è una gara d'abilità e di destrezza nella quale si
cimentano per la conquista del Palio, sei cavalieri, ciascuno
rappresentante un sestiere cittadino, come nell'antica suddivisione
urbanistica.
Ricordate questi nomi dei Sestieri, che sono alla base dell'accesso
agonismo che infervora gli Ascolani: Piazzorola, Porta Maggiore, Porta
Romana, Porta Solestà, Porta Tufilla, Sant'Emidio.
I tornei furono un prodotto del feudalesimo e della cavalleria, e si
riallacciano, per ciò che riguarda il fine di esercitarsi nell'arte
militare, ai giochi guerreschi propri di quasi tutti i popoli. Essi
furono molto numerosi durante i secoli XII e XIII, in tutte le città
grandi e piccole. Naturalmente anche più dei tornei furono numerose le
giostre dal Sec. XIII in avanti, e tanto vivo e diffuso fu l'amore per
tali feste, che se ne vollero correre dappertutto.
Nella seconda metà del Cinquecento le giostre risentono delle nuove
idee sociali e politiche.
Talché, accanto ai solenni spettacoli offerti dai principi e dai
signori, non mancano le giostre popolari, cui prendono parte non solo
i borghesi, ma anche gli artigiani e i famigli.
All'inizio del Quattrocento s'era risvegliato quasi dappertutto in
Italia lo spirito militare e guerresco, e le giostre avevano raggiunto
in quell'epoca una magnificenza cui prima non si erano nemmeno
avvicinate. E' sul finire del sec. XIV, verso il 1378, in coincidenza
con la redazione degli Statuti del Popolo, conservati ancor oggi
nell'Archivio storico della città, che abbiamo notizia della Giostra
della Quintana d'Ascoli che, secondo alcuni era per l'appunto una
giostra e non un torneo perché le giostre, anche quando consistevano
in finti combattimenti, erano incruente.
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