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Processione del Venerdì Santo
Chieti (CH)

Venerdì santo

Si tratta della più solenne e sontuosa processione che si tenga in Abruzzo in questo periodo ed è anche quella che documenta con impressionante evidenza la formalizzazione cerimoniale del dolore tipica della scenografia barocca. La si fa risalire alla metà del XVII secolo, quando si svolse una processione-pellegrinaggio a Roma in occasione di una pestilenza. E' gestita dalla confraternita del Monte dei Morti e tutti i fratelli indossano una tunica nera, mantella grigia e un cappuccio che copre il capo in segno di penitenza.
Inoltre reggono antichi lampioni argentei, croci medievali, labari. Il corteo si muove fra i suggestivi scorci del centro storico illuminato da fiaccole poggiate su treppiedi di ferro, altre torce sono tenute accese sulle finestre e sui balconi. I portatori delle statue avanzano con passo cadenzato (detto struscio) e ritmato dal lugubre battere della troccola, uno strumento di legno che sostituisce il suono delle campane.
Di particolare pregio sono la statua dell'Addolorata, che indossa un abito di seta nera ricamata con fili d'oro, e la bara di Cristo morto, ricoperta di un prezioso velo trapunto di gioielli.
Compongono la processione altri sette gruppi scultorei, ognuno dei quali anticamente era portato a spalle da una categoria di lavoratori; essi rappresentano i simboli della Passione: la Colonna, il Volto Santo, la Scala, la Croce, il Sasso, le Lance e l'Angelo.
Nel frattempo la Schola cantorum, accompagnata da un'orchestra d'archi, esegue la marcia funebre del compositore chietino Francesco Saverio Selecchj. Per tradizione le mamme espongono al passaggio della processione i bambini che non hanno ancora compiuto un anno e che vivono la loro prima Pasqua.



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