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MITI & LEGGENDE
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LUCCA
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LU
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Il corpo mummificato di S.Zita nella chiesa di S.Frediano a Lucca
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Miracolo delle Rose e dei Fiori di Santa Zita
Lucca (LU)
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La giovane Zita, all'età di 12 anni, lasciò la sua casa e si recò in città, a Lucca, per poter trovare un lavoro. Entrò subito al servizio della famiglia Fatinelli, una famiglia molto ricca di Lucca che abitava vicino alla chiesa di San Frediano. Ogni giorno quando i signori Fatinelli avevano finito di mangiare Zita riempiva il suo grembiule dei pezzi di pane che restavano e li portava ai poveri; ma un giorno mentre scendeva le scale trovò il suo padrone che con uno sguardo molto arrabbiato le chiese cosa avesse all’interno del suo grembiule; ella non per mentire, ma per indicare come era fiorita la carità, gli disse che aveva soltanto rose e fiori. Il signor Fatinelli incredulo gli chiese di aprire il grembiule, lei lo aprì e vide che i pezzi di pane si erano trasformati veramente in rose e fiori. Il 27 Aprile di ogni anno sulla piazza di San Frediano vengono costruiti dei veri e propri giardini ornati di fiori in ricordo del miracolo delle rose e dei fiori. La gente si reca all’interno della chiesa a visitare ed a baciare l’urna dove da 8 secoli riposa S.Zita per ricevere la benedizione.
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La chiesa di S.Frediano a Lucca
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La Deviazione del Serchio
Lucca (LU)
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Frediano, giunto pellegrino in Italia dall'Irlanda, si stabilì come eremita nei pressi di Lucca. Egli raccolse presto attorno a sé chierici e sacerdoti con l'aiuto dei quali eresse la chiesa dei Santi Martino e Vincenzo, che oggi porta il suo nome. Eletto vescovo intorno al 560, egli compì il suo miracolo più celebre, che cementò il legame con la città: la deviazione del corso del Serchio e la conseguente bonifica della campagna lucchese. Secondo la leggenda, Frediano tracciò con un rastrello il nuovo corso del fiume, sul quale, per via prodigiosa, si incanalarono immediatamente le acque. Sarebbe morto a Lucca il 18 marzo del 588.
La fama di santità di Frediano e, in particolare, il miracolo del Serchio gli valsero sin dal tardo sec. VI una venerazione molto intensa, come apprendiamo da un passo dei "Dialogi" di Gregorio Magno; nel pieno Medioevo il culto fu promosso in particolare dalle congregazioni canonicali facenti capo alla basilica a lui intitolata in Lucca.
La devozione radicata nella vita religiosa lucchese è testimoniata dalle numerose chiese a lui intitolate nell'ambito dell'antica diocesi, e trova espressione nella festa celebrata in città il 18 novembre, a memoria di una traslazione del corpo nella basilica di San Frediano.
San Frediano è rappresentato in abiti vescovili, spesso con l'attributo del rastrello, a ricordo dello strumento usato per deviare il corso del Serchio.
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