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Sagra di Sant'Efisio
Cagliari (CA)

Primo maggio

Fin dal 1657 i cagliaritani rinnovano il primo giorno di maggio un voto a Sant'Efisio, al quale si dovrebbe la cessazione di una terribile pestilenza. La ricorrenza è particolarmente sentita dagli abitanti del rione Stampace, dove sorge la chiesa del santo, edificata sopra la prigione in cui si vuole che egli sia stato rinchiuso prima di essere martirizzato per ordine di Diocleziano. Il santo viene paludato con gli abiti di gala: mantella di damasco rossa all'interno e bianca all'esterno, fiocco blu sulle spalle e fascia sovraccarica di ex-voto, gioielli antichi, collane e anelli. Egli è sistemato su un antico cocchio di stile barocco, bianco e laccato d'oro. Lo precedono migliaia di personaggi in variopinti costumi provenienti da ogni parte della Sardegna accompagnati da suonatori di laineddas (un antico flauto rustico a tre canne). Alcuni gruppi portano cestini ricolmi di pane artigianale e dolci tipici. Seguono le traccas, carri agricoli trainati da una coppia di buoi ornati di fiori, frutta, ricami e tappeti colorati su cui sono sistemati prodotti dell'artigianato, utensili domestici, porchetti e agnellini vivi. Le persone che siedono sul carro indossano i costumi tradizionali e intonano lietamente antiche canzoni dialettali. Seguono i miliziani dell'esercito sardo nelle loro diverse scarlatte e il viceré a cavallo contornato da valletti in costume e mazza. In una chiesa del vicino paese di Giorgio si procede al cambiamento dei paludamenti del santo, che divengono meno ricchi e si rinuncia anche al cocchio dorato, sostituito da un semplice carro campagnolo. Il mattino seguente il corteo giunge fino a Nora (25 Km da Cagliari) e sosta nella chiesetta sorta nel luogo dove Efisio avrebbe subito il martirio. Qui rimane per una intera giornata nel corso della quale viene offerto un pranzo ai poveri. Il 4 maggio la partenza è fissata per le prime ore del mattino, a Giorgino il santo riprende possesso del cocchio e degli abiti di gala per potere così giungere a Cagliari nel pieno del suo splendore. Le celebrazioni si chiudono il 25 maggio con particolari invocazioni, i goccius, intonacati dai componenti dell'arciconfraternita dedicata al santo.


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