ITALIA 
LOMBARDIA
Bergamo
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Mantova
Milano
Monza e Brianza
Sondrio
 
MANIFESTAZIONI
Feste Carnevalesche
Feste Religiose
Gruppi Folklorici
Palii e Tornei
Rievocazioni
Sagre
Tradizioni
 
CONTATTACI 
FORUM 
PREFERITI 
HOME PAGE 
Il Giuramento della Concordia
Pontida (BG)

Giugno

Quattro comuni lombardi (Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona, altri sedici si uniranno in seguito) giurarono qui nel 1167 un patto di alleanza per opporsi all'imperatore Federico Barbarossa e ogni anno la cittadina rievoca l'avvenimento con una ricostruzione suddivisa in varie fasi: l'incoronazione di Federico, la distruzione di Milano, l'alleanza fra i comuni e la loro vittoria finale. La rievocazione si svolge sulla piazza della basilica di san Giacomo e sfrutta l'aiuto scenografico dell'ampia scalinata antistante. Alcuni squilli di tromba annunciano l'entrata in campo dell'imperatore che, avvolto nel suo mantello rosso dal lungo strascico, scende la scalinata per poi essere cinto della corona d'oro. Giungono quindi quattro cortei composti di figuranti in costumi medievali che rappresentano i comuni protagonisti della rivolta. Seguono le vicende dei contrasti commerciali fra i vari comuni e la successiva distruzione di Milano per opera delle truppe imperiali appoggiate da parte dei comuni lombardi a lei avversi. L'arcivescovo di Milano, Oberto Pirovano, giunge a Pontida e qui incoraggia l'iniziativa di Pinamonte da Vimercate che tende alla costituzione della lega. Segue il giuramento, con le spade sguainate sui Vangeli, e quindi Pinamonte estende la sua opera di proselitismo nel resto della Lombardia, Giunge la notizia che, grazie all'alleanza, Milano è risorta, cui segue la nuova della sconfitta di Federico nella battaglia di Legnano, accolta con grande entusiasmo dalla folla.
La festa si chiude con la lettura della poesia di Giovanni Berchet Il giuramento di Pontida e con il casosello degli armigeri.



Regata storica e Corteo storico
Pizzighettone (CR)

Ultimo sabato di giugno

La regata rievoca la prigionia di Francesco I di Valois che, dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Pavia del 1525 da Carlo V di Spagna, fu portato a Pizzighettone e rinchiuso in una spoglia stanza al secondo piano della Torre del Guado, tuttora esistente sulla riva dell'Adda, avanzo dell'imponente castello distrutto agli inizi dell'Ottocento dagli austriaci. Da qui re Francesco inviò alla madre Luigia una lettera che conteneva un detto rimasto famoso: "Tutto è perduto fuorchè l'onore e la vita". La prigionia durò tre mesi durante i quali i maggiori personaggi del tempo si recarono a fare visita all'illustre signore e in suo onore furono organizzati concerti e tornei. Una volta tornato in libertà, Francesco volle esprimere la sua gratitudine per il buon trattamento ricevuto inviando alla cittadinanza ricchi doni che sono tuttora custoditi nella chiesa di san Bassiano: un manto regale, un Palio e un reliquiario con una spina detta "della corona di Gesù". Il culmine della manifestazione è rappresentato dalla regata sul fiume, cui prendono parte una ventina di imbarcazioni e circa duecento personaggi in costume. Essi sfilano poi nelle vie del centro storico pavesate a festa montando cavalli riccamente bardati e inalberando variopinti stendardi. Abbandonata la prigione, un personaggio raffigurante re Francesco, si unisce al corteo in piazza Mercato per assistere agli spettacoli degli sbandieratori e al Palio dei quattro rioni che formano il paese. Seguono balli e musiche d'epoca.


La Pesa Vegia
Bellano (LC)

5 gennaio

Si racconta che nel 1666 la popolazione di Bellano si sia ribellata alla forzata imposizione, da parte dei dominatori spagnoli, di un sistema di pesatura diverso da quello in uso fino ad allora, retaggio di un privilegio risalente all'epoca viscontea. I commercianti ritenevano che l'introduzione della nuova pèsa avrebbe inflitto un colpo durissimo all'economia della zona. Si decise pertanto di inviare degli ambasciatori a Como per chiedere la revoca del provvedimento e il ripristino della pèsa végia (cioè vecchia). La trattativa fu lunga e difficoltosa , e quando già la gente stava per lasciare sconsolata la riva del lago dopo aver lungamente atteso il ritorno della delegazione, si vide da lontano avanzare la prua illuminata della barca che stava tornando.
Alla domanda corale della folla:"Pèsa végia o pèsa noeuva?" gli inviati risposero trionfanti:"Pèsa végia!". Da allora ogni anno l'episodio viene rievocato con un corteo storico in costumi dell'epoca che raggiunge il paese su barche recando la buona notizia.
Dopodichè da un balcone il capo della delegazione srotolata una pergamena e, con voce tonante, legge l'ordinanza del governatore. A questo punto la festa ingloba altre tradizioni, pertanto da una parte si vedono girare i re Magi, cui la gente dalle finestre cala con delle corde i canestri che contengono doni per i più piccoli, e dall'altra i ragazzi del paese iniziano a fare un gran baccano trascinando per le strette vie grappoli di vecchi barattoli legati tra loro (e questo ricorda l'uso di "chiamare l'erba", una sorta di rito primaverile diffuso in molte località dell'arco alpino).



Trovati: 3