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Sagre & Tradizioni
 
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     DATI TERRITORIO     SCHIGNANO  CO 
 Regione: Lombardia   Provincia: Como 
 Popolazione: 935   Altitudine: 600 metri slm  Zona Climatica: E
  Latitudine: 45° 55' 34" N    Longitudine: 9° 06' 02" E 
 
     SAGRE & TRADIZIONI     SCHIGNANO  CO 
Carnevale dei "Belli" e dei "Brutti"
Schignano (CO)

Carnevale

Qui il carnevale si caratterizza per le splendide maschere lignee e per una curiosa differenziazione fra i due tipi di travestimento prevalenti: i "belli" e "brutti". I primi indossano raffinati costumi composti di pantaloni alla zuava a motivi floreali, la parte superiore del corpo è rivestita da una sacca ripiena di foglie di faggio e ricoperta di pizzi e scialletti.
Il cappello è ornato di fiori di carta e tessuto (ma anche di plastica) e impreziosito da bamboline, uccelli di stoffa, fiocchi colorati e penne di fagiano. Dalla base posteriore del cappello scende una cascata di nastri multicolori.
Il "brutto" è una maschera dall'apparenza inquietante e demoniaca, indossa abiti poveri e stracciati e si sforza di accentuare l'aspetto dimesso sottolineato dall'accostamento con oggetti d'uso quotidiano: scope, valigie di cartone, ombrelli rotti. Si imbottisce il corpo di paglia, si fascia di pelli di pecora e questa sorta di bardatura servirà ad attuire l'impatto con la terra ogni volta che egli vi si getta a corpo morto rimanendo disteso alcuni minuti per recuperare le fatiche dovute ai movimenti scomposti e alle improvvise corse cui si abbandona. Spesso si lega sulle spalle dei fragorosi campanacci allo scopo di creare scompiglio e paura fra il pubblico. La sua gestualità è spesso minacciosa e si contrappone ai movimenti eleganti e cerimoniosi dei "belli". Altra figura caratteristica è il sapör (zappatore), considerato la maschera più antica, simbolo del primitivo abitatore della valle. L'abbigliamento ne testimonia il legame con la società arcaica: indossa pelli di pecora, con copricapo di pelo di forma conica e ha gambali di canapa che ricordano le soprascarpe invernali dei montanari. I sapör hanno il viso ricoperto di fuliggine, barba e lunghi baffi posticci arrotolati verso l'alto, al collo portano una zucca svuotata a mò di borraccia e sulle spalle un'ascia di legno. Responsabile dell'ordine della manifestazione è la sigurtà, una o due persone che conoscono l'identità dei mascherati e ne garantiscono il comportamento, portando una fascia a tracolla e un cappello militare. Essi si pongono alla testa del corteo, subito dietro la piccola banda (fugheta) che improvvisa allegre marcette. Dietro queste maschere ve ne sono altre di contorno, alcune sempre legate alla tradizione locale come la ciocia (un uomo travestito da vecchia che non perde occasione di alzare la gonna per mostrare i suoi ampi mutandoni), altre di fattura più libera. Il corteo si muove verso le 14 e una volta completato il giro delle frazioni raggiunge la località Cima dove, legato a una slitta e sorvegliato da finti soldati sta il Carlisepp, un uomo mascherato imbottito di paglia la cui identità rimane sconosciuta a tutti. Tra il compianto generale, il Carlisepp è portato a spalle fino in piazza, dove è stato preparato un rogo, infine è deposto a terra e slegato.
Tutte le maschere in lacrime gli si affollano intorno in un vano tentativo di rianimarlo, mentre la ciocia si lamenta a gran voce. Alla sera un fantoccio che lo raffigurava è deposto sul rogo mentre i vari personaggi agitano i campanacci e rovesciano le maschere in segno di disperazione: carnevale muore e ci si avvia mestramente verso la Quaresima.



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