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Festa del Calendimaggio
Assisi (PG)
I tre giorni dal primo giovedì dopo il 1 Maggio.
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La festa è fondamentalmente una sfida canora, in costume mediovale, tra la "Nobilissima Parte di Sopra" (Guelfa) e la "Magnifica Parte di Sotto" (Ghibellina) sull'esecuzione di canzoni e stornelli sempre in stile medioevale. Un tempo la cerimonia si svolgeva l'ultima notte di aprile, adesso la collocazione è decisa di anno in anno in uno dei primi fine-settimana di maggio. Nel pomeriggio del giovedì il sindaco consegna nella piazza del Comune, alla presenza delle delegazioni dei cortei, le chiavi della città al Maestro di campo, che assume simbolicamente i poteri e la funzione di arbitro fra le parti ricevendo il Palio dalla fazione vincitrice l'anno precedente. Si elegge anche una regina della festa, Madonna Primavera, il cui ruolo non sarà soltanto onorifico, ma in caso di parità sarà lei a far pendere la bilancia in favore della sua parte. Dopodichè si leggono i bandi di sfida, che divengono l'occasione per un gioco poetico e allusivo in chiave satirica cui prendono parte tutti gli abitanti. Si svolgono poi spettacoli teatrali, concerti, canti, danze, grandiosi cortei. Arcieri, balestrieri, e sbandieratori si impegnano in una grandiosa sfida fra le due antiche fazioni della cittadina: Parte di Sopra e Parte di Sotto. I rioni a loro volta si cimentano nel canto, nella ricchezza degli addobbi fatti di fiori, bandiere, fiaccole e il tutto si configura come una corale celebrazione della primavera. Si interpretano scene di vita medievale e interi quartieri si trasformano tornando indietro nel tempo con taverne, botteghe e laboratori artigianali perfettamente riprodotti. Dame e cavalieri cantano serenate e romanze d'amore passeggiando per le vie della città con accompagnamento di liuti e mandole, mentre le ragazze gettano dalle finestre rose e garofani. In questa maniera si intende rievocare la prima giovinezza di san Francesco, che soleva percorrere di notte le contrade di Assisi cantando e giocando e che proprio durante una di queste scorribande ebbe la visione di Madonna Povertà.
: www.calendimaggiodiassisi.it
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Palio della Balestra
Assisi (PG)
Ultimo sabato di Giugno
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Nella primavera del 1209 al canonico Silvestro apparve in sogno la città di Assisi, circondata tutto in torno alle mura da uno smisurato dragone, per la cui ferocia gli abitanti erano senza scampo destinati a perire soffocati dalle spire del peccato.
I "Majores", rifacendosi a questa antica leggenda, hanno realizzato un enorme drago che sputa lingue di fuoco e fumo. Essi si contendono il palio mirando al cuore del mostro, personificazione del male contro il quale era dato di combattere solo ai santi guerrieri.
Il Palio, detto anche di "Pasqua Rosata", è di notevole impatto scenografico e si svolge sul sagrato dell'Abbazia di San Pietro in Assisi.
: www.assisipaliodellabalestra.com
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Palio dei Terzieri
Città della Pieve (PG)
Terza domenica di agosto
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La festa, nata nel 1960, dura una decina di giorni durante i quali si svolgono spettacoli e si ricostruiscono botteghe artigiane e ambienti del Trecento, e termina in genere nella domenica su indicata. I tre terzieri cittadini (Borgo dentro, Casalino e Castagno) sfilano per le vie della città in un corteo che comprende circa settecento persone in costume, accompagnate da saltimbanchi, giocolieri, musici, cannoni e catapulte. Raggiunto il campo di gara ha luogo una sfilata di tiro con l'arco i cui bersagli sono sagome mobili a forma di toro. Per ribadire la suddivisione cittadina in tre parti, la gara è tutta basata sul numero tre. Tre sono le eliminatorie e tre le velocità delle sagome, e a ogni prova partecipano tre arcieri contemporaneamente. Ogni arciere ha in dotazione tre frecce e i punteggi si basano su questo numero e sui suoi multipli. Il terziere vincitore riceve in premio uno stendardo colorato dove sono scritti la data e il nome del rione vittorioso.
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La Corsa del Palio
Il Convivio
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Festa della Quintana
Foligno (PG)
Seconda e terza domenica di settembre
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La festa, ripresa nel 1946, si ispira a una gara a cavallo risalente al carnevale del 1613, che si proponeva di determinare l'ordine di priorità per un cavaliere d'onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Oggi la gara si disputa in due fasi: la prima domenica è denominata "la sfida", la seconda "la rivincita". La sera precedente la manifestazione, dopo la lettura del bando, un corteo di seicento persone in costume sfila per le vie della città illuminata con fiaccole e addobbata con i vessilli dei quartieri. Lo formano cavalieri, belle dame, magistrati e musici ricoperti di sete e broccati, corazze e alabarde. Domenica dieci concorrenti gareggiano per altrettanti rioni della città su un percorso a forma di otto. Nell'intersezione delle diagonali è installata un'antica scultura lignea a forma di guerriero fissata su un perno girevole, la Quintana, appunto. All'estremità di un braccio disteso è posto un gancio al quale sono appesi gli anelli che ogni concorrente dovrà centrare con la lancia dal dorso di un cavallo lanciato al galoppo. La gara si articola in tre tornate e ogni volta diminuisce il diametro degli anelli: da dieci centimetri si passa a otto e infine a sei, e per la determinazione della classifica si tiene conto sia del numero di centri, sia del tempo impiegato. I cavalieri, che portano nomi di battaglia quali il Furente, il Fedele, il Gagliardo, il Pertinace e così via, devono anche evitare di perdere il cappello piumato, le staffe o gli speroni, pena la squalifica.
: www.quintana.it
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Corsa dei Ceri
Gubbio (PG)
15 Maggio
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Di tradizione secolare, forse di origine pagana, cade alla vigilia della morte del santo patrono Ubaldo. I Ceri sono tre giganteschi monoliti di legno del peso ciascuno di circa 4 quintali, sormontati dalle statue di S.Ubaldo, San Giorgio e S.Antonio. I singolari obelischi sono trasportati, a spalla e di corsa, dal centro storico sino alla Basilica del Santo Patrono sulla vetta del Monte Ingino. Il clou della manifestazione è la corsa: i " Ceraioli " sono impegnati in uno sfrenato percorso per le vie della città e nell'aspra salita al Monte, preceduti e seguiti da una folla esaltata e osannante. La festa, pervasa da una forte emotività mistica assai trascinante, si tiene alla vigilia della morte del sant'Ubaldo, patrono della città e dei muratori. I Ceri sono tre gigantesche macchine di legno alte cinque metri e pesanti circa quattro quintali ciascuna. Sono formati da due prismi ottagonali contrapposti e sormontati dalle statue di sant'Ubaldo, san Giorgio e sant'Antonio abate. Al mattino avviene la cosiddetta alzata dei Ceri, ogni caposquadra sale sulla barella che regge il Cero e viceversa sul suo punto d'attracco alla base una brocca d'acqua che poi viene lanciata in aria. I cocci sono raccolti dalla folla e conservati come preziosi talismani. I Ceri sono portati a spalla da gruppi di uomini, che ogni tanto si danno il cambio, dal centro storico fino alla vetta del monte Ingino, dove sorge la basilica del patrono. Si tratta di circa tre chilometri percorsi in una quindicina di minuti. Il percorso vede i portatori in costumi multicolori (detti "ceraioli"), impegnati in una corsa sfrenata per le vie della città e poi, dopo una breve pausa, nella faticosa satira del monte, seguiti e circondati da una folla esaltata e osannante. I Ceri ondeggiano paurosamente, ma nulla può fermare la loro folle corsa. Finalmente arrivano in cima e quel momento è annunciato dallo scoppio di un mortaretto. Per tradizione deve arrivare prima il Cero su cui è posto sant'Ubaldo, seguono nell'ordine san Giorgio e sant'Antonio, non vi è dunque gara fra di loro, ma solo lo sforzo di non farsi staccare dagli altri. Alla sera gli spossati portatori tornano verso Gubbio tra una luminaria di torce.
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Corsa dell'Anello
Narni (TR)
Prima domenica di Maggio
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Tra la fine di aprile e l'inizio di maggio (la festa è dedicata a San Giovenale, la cui ricorrenza è il 3 maggio) si corre a Narni in piazza dei Priori una spettacolare gara, la corsa dell'anello, che qui sarebbe stata istituita per la prima volta nella metà del Trecento. La sera della vigilia un rutilante corteo in abiti medievali attraversa le strade pavesate a festa con bandiere, festoni e migliaia di torce accese. La sfilata vuole ricordare il miracolo operato nell'anno 370 dal vescovo Giovenale, che avrebbe salvato la città dall'attacco di un'orda di barbari. Domenica poi i cavalieri devono cercare di infilare con un'asta, dal dorso di un cavallo lanciato al galoppo, un anello agganciato a una corda tesa fra due caseggiati. Essi si muovono da direzioni contrapposte e hanno a disposizione tre prove. In tutto sono nove cavalieri, tre per ciascuno dei terzieri cittadini. Il vincitore riceve in premio un drappo turchino con l'effige del grifo alato e l'immagine di san Giovenale. Alla manifestazione fanno da cornice mostre, spettacoli e concerti.
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